Recuperato dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale il busto “Santa Lucia” di Adolfo Wildt e consegnato al museo Fattori
Formalmente consegnata al Museo Fattori di Livorno il busto “Santa Lucia”, per la custodia e valorizzazione. La scultura, opera di Adolfo Wildt del 1926 circa, è stata recuperata a conclusione della preziosa e complessa operazione svolta dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze.
L’opera, di proprietà della Azienda Usl Toscana Nord Ovest, era stata illecitamente alienata nel 2015 dalla sede della Sezione Provinciale di Livorno dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus.
Alla cerimonia, svoltasi nella Sala degli Specchi di Villa Mimbelli alla presenza delle autorità cittadine, sono intervenuti il sindaco di Livorno Luca Salvetti, il Direttore Generale dell’Azienda Usl Toscana Nord Ovest Maria Letizia Casani, il Capitano Claudio Mauti, Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze, l’assessore comunale alla Cultura Simone Lenzi e per l’Unione Ciechi Davide Ricotta. Presente anche Luigi Vanni, in rappresentanza del piccolo gruppo di ex soci dell’Unione Ciechi che all’epoca si oppose alla vendita.
La vicenda
Nel corso dell’incontro il Capitano Claudio Mauti ha ripercorso la complicata vicenda: le indagini sono state avviate dal Comando TPC in seguito all’esposto presentato dall’Azienda Usl, nel novembre 2018, presso la Stazione Carabinieri di Ardenza (LI), nel quale veniva rivendicata la proprietà del bene e segnalata la sua vendita illecita, avvenuta nel dicembre 2015 da parte della Sezione toscana dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus. L’opera, appartenente alla Onlus, soggiace alle disposizioni previste dalla legge di tutela anche in assenza di una dichiarazione di interesse culturale.
I Carabinieri del Nucleo TPC di Firenze hanno ipotizzato i reati di appropriazione indebita, alienazione, esportazione illecita e ricettazione nei confronti di quattro persone. Tutte le attività negoziali relative alla scultura sono state considerate nulle. L’esportazione dal territorio nazionale e la vendita presso una nota casa d’aste londinese, per il corrispettivo di 600.000 euro, sono state dichiarate irregolari. Grazie alla collaborazione della casa d’aste, sollecitata a una procedura extragiudiziale concordata con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Livorno, l’opera è stata ritirata dal collezionista parigino che se l’era aggiudicata all’asta di Londra del 2015, favorevole al suo ritorno in Italia.
Il 26 giugno 2019 i militari del Nucleo TPC di Firenze si sono recati a Parigi per rimpatriare la scultura, sequestrandola come disposto dalla Procura livornese. Il procedimento penale si è concluso con l’archiviazione da parte del GIP del Tribunale di Livorno delle posizioni dei quattro indagati e l’ordine di restituzione della statua all’Azienda Sanitaria Toscana Nord Ovest. L’accordo raggiunto con il Comune permetterà ai cittadini di ammirare la meravigliosa scultura all’interno del Museo Fattori di Livorno.
La scultura e la nuova “casa” al Museo Fattori
Le fonti antiche narrano di Santa Lucia sin dagli albori del V secolo: protettrice dei ciechi, degli elettricisti e degli oculisti, il suo nome, derivante dalla parola latina lux, ‘luce’, ha soffuso le pagine di letterati e poeti. Gli occhi luminosissimi colmi di lacrime (“li occhi lucenti lagrimando volse”), la Santa dantesca invita Beatrice a soccorrere lo scrittore fiorentino prima che sia tardi: “Beatrice, loda di Dio vera, ché non soccorri quei che t’amò tanto, ch’uscì per te de la volgare schiera?”.
Nella stessa occasione, il Nucleo fiorentino ha consegnato oggi al Museo “Fattori” anche la statua lignea di Umberto Bartoli “Il nuotatore”, anch’essa frutto di recupero da parte del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, e 6 opere delle collezioni civiche livornesi recuperate nel febbraio 2014 durante le attività che hanno portato al ritrovamento di importantissime opere d’arte asportate dal Museo San Matteo di Pisa.
Si tratta di dipinti eseguiti tra il XVII e il XX secolo, di autore ignoto, raffiguranti soggetti religiosi, l’allegoria dell’Inverno e un ritratto maschile, che, insieme ad altri sette dipinti, furono affidati nel 1993 a un artigiano accreditato per il restauro dalla Soprintendenza, presso il quale sono stati ritrovati. Dato il tempo trascorso la posizione del restauratore è stata archiviata.