E’ il primo campionato di questa specialità. Le gare in programma domani e domenica a Teramo
La TDS-Toscana Disabili Sport aggiunge una specialità a quelle già praticate, confermando ulteriormente la propria caratteristica di unica società paralimpica nel territorio livornese che può fregiarsi del titolo di polisportiva dove gli sport praticati sono tutti sia a carattere ludico che agonistico.
Il 9 e 10 dicembre si svolgerà infatti a Teramo (Abruzzo) il 1° Campionato Italiano di Wheelchair Handball, cioè il corrispettivo paralimpico della pallamano giocato da atleti in carrozzina, e la TDS è tra le società che potranno vantarsi di fare da apripista per questa nuovissima specialità. Con la TDS, unica toscana partecipante, scenderanno in campo Vigevano, Perugia e Battipaglia.
“Affrontiamo questa ennesima sfida – afferma un orgoglioso presidente, Maurizio Melis -, in attesa dell’inizio del campionato di serie B di basket in carrozzina che vedrà la nostra squadra ospitare i sardi dell’Asinara di Porto Torres, entrando nel mondo della pallamano in carrozzina per poter offrire a tutti i futuri atleti con disabilità una gamma sempre più ampia di possibilità di scelta ed un futuro di agonismo che dipenderà esclusivamente dalla loro volontà“.
Quindi basket in carrozzina, nuoto paralimpico, ora la pallamano… Tutte a livello agonistico. Dove volete arrivare Presidente?
“A realizzare un sogno che, come spesso accade in certe storie, coltivo sin da adolescente, ancor prima di conoscere lo sport per disabili e prima ancora di pensare, quindi, che sarei potuto essere un atleta paralimpico. Vedersi aprire davanti a me un portone che mi affacciava ad un’ampia scelta di specialità, per poter trovare quella più adatta alle mie inclinazioni ma anche alla mia disabilità, o addirittura di poterle provare tutte”.
Questo non le è mai capitato in passato?
“No – prosegue Melis -. Il mio futuro, e quello di quanti, sin dal 1995, hanno creduto in me e mi hanno seguito, me lo sono dovuto costruire da me. C’è sempre stato qualcosa che mi ha fermato ad un certo punto, se non un diniego o una proibizione, una sorta di indifferenza. Qualcuno, quando ho cominciato a Cagliari, ma persino oggi qui a Livorno, non aveva l’apertura mentale necessaria per non credere che nessun limite va messo di fronte ad un atleta, ancor più se questo atleta è una persona con disabilità. C’era sempre l’ottusità, che non è propria di un uomo o donna di sport, che bastava dare il giocattolino al bambino, magari un pallone da basket, per farlo divertire ma guai a lui se si metteva in testa di essere qualcosa di più di un handicappato che passa il tempo. Ad un atleta si deve sempre dare l’opportunità di andare avanti, di cimentarsi con un avversario, di vincere una gara, di battere un record“.
Insomma di diventare un atleta agonistico. Ma questo non potrebbe spaventare i neofiti, convinti magari di non poter mai raggiungere certi livelli? In tanti seguono le gesta dei vostri atleti del nuoto, Sofia Gagliardo Gurrieri e Pietro Passerini, che ovunque vanno conquistano medaglie e record italiani. Magari qualcuno pensa “non potrò mai essere come loro” e non comincia neppure…
“Ci sono 2 segreti per non correre questo rischio: tecnici – allenatori, istruttori, preparatori atletici, ecc. – preparati e formati dal CIP, quindi pronti ad accogliere atleti con qualsiasi tipo di disabilità fisica e continuare a divertirsi. Il neofita viene accolto in un ambiente dove la passione sportiva è palpabile e anche l’atleta ‘veterano’ continua a divertirsi. Qui impara a confrontarsi, a capire cosa significa sacrificio, impara che nessuno ti regala nulla e che le cose te le devi conquistare, come vede fare da un compagno che magari ha una disabilità più grave della sua, ed è seguito in tutti i suoi passi da istruttori competenti che per avere i loro brevetti hanno studiato anche fisiologia o psicologia. Una volta superato il primo scoglio, che è capire di essere in grado di fare certe cose, è libero di scegliere, nessuno in TDS gli pone limiti. Noi offriamo possibilità, all’atleta la libertà di coglierle o continuare a praticare lo sport a livello ludico”.
Quindi anche la TDS non si pone dei limiti.
“Noi puntiamo ancora ad entrare nel mondo del Sitting-volley e del Tiro con l’Arco, stiamo cercando degli istruttori qualificati, e stiamo stringendo accordi con una società di Cecina per poter far praticare il Tiro a volo. Gli unici limiti sono quelli finanziari”.
Qualche sponsor però è arrivato.
“Abbiamo uno sponsor ‘storico’ nella Ortopedia Michelotti che ci ha sempre sostenuto finanziariamente ma che soprattutto negli anni, con la grande esperienza maturata è il nostro sponsor tecnico e segue l’aspetto delle attrezzature dall’acquisto alla manutenzione, poi ci sono sponsor che negli ultimi anni ci sostengono perché credono nel nostro progetto e sanno dove vanno a finire i loro soldi, come la società di import-export Erma International, i Bagni Ausonia di Castiglioncello, la Agrofauna, G.P. Service di Stefano Pierotti. Recentissimo è l’accordo che abbiamo stretto con Biolabor e il Centro di medicina dello sport Ferretti 1984 che seguirà tutte le certificazioni dei nostri atleti, poi c’è la sponsorizzazione che ci ha visto coinvolti nell’accordo Akern-Libertas 1947 e che ha visto la Akern diventare main sponsor del nostro settore basket”.
Insomma un bel sostegno…
“Non siamo e non saremo mai ricchi, anche perché le nostre attrezzature costano carissime e i nostri atleti le ricevono gratuitamente dalla società – conclude Melis -, ma questa è tanta roba se consideriamo che parliamo di sport paralimpico. Significa che siamo seri e lavoriamo bene e questo viene riconosciuto da tanti”.