La Guardia di Finanza di Livorno ha individuato una società del capoluogo operante nel settore dei materiali elettrici ed elettronici, che già ad un primo screening patrimoniale è risultata non in linea con i servizi forniti e la situazione contabile e commerciale. Alcuni fornitori risultavano essere delle cd. “cartiere”, ossia società che emettono solo sulla carta delle fatture, senza che in realtà ci sia stata alcuna effettiva fornitura di beni/servizi; ciò al fine di abbattere il risultato economico, e quindi far pagare meno tasse, al soggetto che utilizza le cd. F.O.I. (Fatture per Operazioni Inesistenti).
L’attività di approfondimento è stata svolta con l’avvio di una vera e propria ispezione fiscale eseguita nei confronti dell’attività, con l’effettuazione di un accesso presso l’esercizio. Le Fiamme Gialle hanno quindi effettuato molteplici riscontri economico-finanziari, accertamenti sulle effettive attività commerciali ed un’articolata analisi della documentazione contabile ed extracontabile. All’esito del servizio i militari hanno ricostruito l’illecito utilizzo di “fatture false” in più anni di attività: oltre 1,5 milioni di Euro di fatture false utilizzate per alterare le dichiarazioni dei redditi.
Le attività sono terminate con una dettagliata verbalizzazione destinata al competente Ufficio dell’Agenzia delle Entrate per le conseguenti attività di accertamento, nonché una denuncia a carico del titolare della società per il reato di dichiarazione fiscale fraudolenta mediante uso di fatture false previsto dall’art. 2 del D.Lgs. 74/2000, la cui responsabilità sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.