di Giorgio Billeri
Questi sono i playoff. Poco spettacolo, lacrime e sangue. Come un incontro di tennis dello Slam, è solo il primo set di una maratona al meglio delle cinque: sarà lunga. Il primo set delle semifinali sorride a Ruvo, squadra forte, esperta e profonda, ma la Pielle ha reso durissima la vita alla corazzata pugliese. Difendendo alla morte, credendoci per tutti i 40’. Risalendo piano piano, con il cuore, dal meno quattordici che poteva significare game over. Invece la squadra di Turchetto si è riportata sotto, anche a meno uno, ma non ha saputo dare la spallata, perdendosi nella tonnara di una partita sempre più incattivita. E alla fine a sorridere è stata Ruvo, squadra mai semplice per la Pielle. Che però ha capito che nulla è impossibile, che questa semifinale è ancora tutta da giocare. Peccato soprattutto per i troppi rimbalzi concessi ai pugliesi (50, alla fine, di cui ben 15 d’attacco), per qualche palla persa banale di troppo e per una gestione non perfetta nelle azioni importanti. E sopratutto pochissimi punti segnati (56), con 5/29 da tre punti che grida vendetta.
Ma la Pielle, al di là dei numeri, c’è. Nel carattere, purtroppo non nei suoi uomini-chiave. Leonzio e Venucci, marcatissimi, hanno sparato a salve: 3/15 il numero 10, 3/10 il sanvincenzino. Bene Vedovato, bene Lucarelli che quando la partita scotta gioca come nel salotto di casa sua. E’ mancato anche l’apporto di Cepic e Hazners, Campori e Del Testa hanno fatto le cose bene al momento giusto. In ombra, stavolta, capitan Bonacini. Klyuchnyk, nonostante la presenza di un totem come Borra, ha confermato di essere sempre più dentro al gioco piellino. Non è bastato per fare il colpo, ma la strada potrebbe essere quella giusta: basta crederci un po’ di più.
Si parte con il ciclone Jackson. Un’iraddiddio. Imprendibile per la difesa di Turchetto. Se non colpisce dalla distanza, la guardia statunitense penetra e apre autostrade per i compagni. Ruvo ha un’altra energia, in partenza. Approfitta di un paio di palle perse banalmente dalla Pielle per volare in contropiede. I biancazzurri sembrano intimoriti, solo Klyuchnyk tiene botta, Leonzio viene isolato ed è costretto a mis match impossibili contro Borra. Lucarelli, animale da playoff non trema e porta il suo mattone, ma Jackson è baciato dagli Dei della retina: 14 punti nel solo primo quarto, e pugliesi avanti di otto alla prima sirena (21-13), con l’impressione di una partita subito ripida come una parete dolomitica per la squadra di coach Turchetto.
Lotta, la Pielle. Sa che è serata di spada e non di fioretto, ma le percentuali vengono sporcate dalla difesa di Ruvo, sempre molto dura, al limite del regolamento. Gli arbitri vivono e lasciano vivere, salvo punite Hazners con un antisportivo discutibile. Isotta, incursore svizzero, con due penetrazioni scava il più 12. Ruvo scappa via, decisamente. A metà partita il tabellone segna un 46-35 che non è una sentenza, ma ci assomiglia molto. Eppure la Pielle ha dentro di se il sacro fuoco da playoff. Al ritorno in campo è una Toscana Legno con una faccia diversa, che non si arrende, lotta, sporca l’attacco pugliese. Venucci e Leonzio, con giocate di puro talento, e Vedovato riducono il gap a meno 3 (51-48), la partita adesso è una battaglia nella palude, con tanti errori, falli, scontri. Turchetto ruota i suoi dieci, vede la Pielle che vuole vedere, che difende alla morta su ogni palla, che getta il cuore oltre l’ostacolo. Jackson non segna più: adesso c’è una partita. Ancora il pivot padovano firma il meno 1, ma Musso e Isotta con due triple fanno tornare Ruvo sopra il pelo dell’acqua (57-50). La sensazione è di un’occasione persa per gettare Ruvo nel panico. L’ultimo quarto è una sofferenza fisica, per entrambe le squadre. Jerkovic firma un mini-allungo ma la Pielle è sempre lì, non troppo lontana. Ma mancano le energie, manca la scintilla e Jackson ci mette la firma decisiva, sancendo un divario forse bugiardo per quello che si è visto sul parquet. Il primo set è di Ruvo: appuntamento a martedì sera.
Foto archivio di Simona Marzi