Apriamo l’ultimo week end di Giugno con una curiosità. E’ quella dell’immagine di un bambino, anzi di un putto, da sempre imprigionato in una delle pareti poste al primo piano del Palazzo Comunale. Da tempo – transitando da quella zona tra un consiglio comunale e una conferenza stampa – lo sguardo ci era caduto su quel bimbo paffuto, con i capelli folti che gli arrivano fin sulla fronte e quel sorriso appena abbozzato. Il putto sembra seduto. E sta lì, chissà da quanto tempo. Nelle nervature del marmo rosa. Forse disegnato – in modo che comunque pare indelebile – da una mano sapiente e burlona, forse davvero figlio di un caso più unico che raro con il marmo che ne ha acquisito le sembianze.
Se fossimo nell’Antica Grecia potrebbe pensare a un incontro del bimbo con Medusa, il personaggio che nella mitologia aveva il potere di trasformare in pietra chiunque incrociasse il suo sguardo. Intanto il putto è lì: nascosto dietro una fotocopiatrice nell’eterna dicotomia tra passato e presente. L’abbiamo spostata e lui era lì, come sempre. Chissà da quanto tempo, chissà per quanto tempo ancora, ma soprattutto: chissà perché.