La partita delle Triglie vista da Giorgio Billeri
PIELLE: Venucci 14, Bonacini 3, Kouassi, Alibegovic, Ebeling 11, Klyuchnyk 8, Gabrovsek 13, Virant, Mennella 11, Leonzio 24, Lucarelli 5.
CASORIA: Seck 11, Mehmedovic, Spizzichini 8, Giorgi 4, Berra 10, Petracca 3, Taddeo 18, Hahn 19, Rota 6, Ruggiero 2.
Paradiso, purgatorio, inferno, ancora purgatorio, alfine paradiso. Magari a Dante Alighieri il basket piaceva, e magari tifava Pielle. Incredibile partita, incredibile vittoria. Tutto e il contrario di tutto. La partenza a razzo, la crisi, la paura. I supplementari, la marea di tiri liberi, 45/49, quasi un record, per mettere a tacere finalmente Casoria, formazione mai doma, protagonista di una grande partita. I liberi, la voglia, la garra hanno regalato la seconda vittoria della stagione, ma la Pielle deve interrogarsi, soprattutto per i blackout che rischiano di pesare, andando avanti nella stagione. Finisce con il popolo che canta, ma Turchetto avrà molto da lavorare e pensare. Finisce 89-81.
Trascorrere il pomeriggio al palasport a tifare Pielle, ormai, è una sorta di lunga seduta di psicoanalisi. Paghi il biglietto e, oltre al basket, ti guadagni l’introspezione. Due ore di montagne russe emotive, si passa dall’esaltazione alla paura, perennemente con il cuore in gola. Dalle mani spellate per un primo tempo perfetto, chiuso sul più sedici, agli occhi sbarrati per un terzo quarto da tragenda, dove Casoria segna 30 punti e torna incredibilmente in partita sfruttando le amnesie di una squadra improvvisamente smarrita, bloccata, tremebonda. Perchè, viene da chiedersi. Cosa può essere accaduto alla mente dei livornesi all’ora del the caldo?
La carta calata da Turchetto sul panno verde del match è Gabrovsek, boscaiolo dalle mani educate, troppo potente per un piccolo, troppo veloce per un lungo; 8 punti in un amen per determinare il primo allungo livornese. 10-0, poi 22-12. Sembra un piano inclinato in discesa, una comoda passeggiata sul lungomare nonostante Casoria trovi qualche jolly dalla distanza. Ebeling e Gabrovsek sono rebus irrisolvibili come Bartezzaghi, e la Pielle veleggia a spinnaker pieno: 45-29 all’intervallo lungo.
Mai rilassarsi, mai sperare in un tranquillo aperitivo al Palamacchia. Quella che torna sul parquet è la cugina distratta e superficiale della Pielle. Casoria, che ha gli occhi della tigre, si adccorge subito delle mollezze biancazzurre e il parzialone, complice errori e palle perse, è cosa fatta: 46-40 in soli quattro minuti, con il problema dei rimbalzi che torna a farsi preoccupante. Hahn, il play austriaco, con due triple rende possibile l’inimmaginabile: 48-48 con un parziale di 19-3, anche la gente del Palallende non ci crede. Casoria sorpassa sul 50-53 con undici punti in striscia di Sweck, falso lungo che fa impazzire la difesa di Turchetto. La Pielle non trova più la via del canestro, schiacciata da un macigno mentale improvviso e difficilmente gestibile, i campani vedono il canestro larghissimo: 58-59 all’ultima sirena, con Spizzichini travestito da Raf Addison.
L’epilogo del match è di rara bruttezza. Non segna nessuno, errori da minibasket su entrambi i lati del campo, Leonzio forza, i lunghi non incidono. Gabrovsek raccoglie dalla spazzatura due rimbalzi d’attacco che hanno l’effetto dell’adrenalina su un corpo sofferente. Come non detto: Taddeo trova due triple consecutive e torna la grande paura, 68-72 a due minuti dalla fine. Ultimo minuto dipinto da Dario Argento: Leonzio si prende una super stoppata da Seck a 35 secondi dalla fine sul 72-72, lo stesso Leonzio sbaglia il tiro della vittoria: overtime, come se lo psicanalisi non bastasse ancora. La difesa, i liberi, Venucci, Leonzio, i soliti noti, e il salmo finisce in gloria. Ma che fatica, troppa.
PAGELLE
7.5 Leonzio. A lungo anonimo. Poi, quando il gioco si fa duro, l’istinto del killer, le giocate che sparigliano. Sono altri 24, con 11/11 di ghiaccio dalla linea della carità. La coscienza di questa squadra, la vela che ti conduce fuori dalla tempesta,.
5,5 Klyuchnik. Ancora indietro, troppo lento e involuto. Deve lavorare per trovare velocità nei piedi. 8 punti e 6 rimbalzi, ma dall’ucraino la Pielle si aspetta di più.
7 Gabrovsek: Primo tempo sontuoso, un cruciverba che Casoria non sa risolvere. Poi cala, ma nel finale ci sono anche i suoi muscoli da body builder. 13 punti e 6 rimbalzoni.
7,5 Venucci: Ghiaccio bollente. La vittoria parla della sua freddezza ai liberi: 11/11, percorso netto, come Leonzio. Mestiere allo stato puro.
5,5 Bonacini: stavolta poco, pochissimo in attacco. La regia è ordinata, ma mancano i primi piani alla Fellini.
6 Lucarelli: Pochi minuti, ma bastano per portare a casa la pagnotta. 5 punti che contano.
6.5 Mennella: che bell’impatto questo ragazzo. Veloce, furbo, scaltro, coraggioso. 11 punti e tante cosine giuste.
5,5 Kouassi. Apparizione fugace, senza lasciare traccia.
6,5 Ebeling: Non appariscente, pochi lustrini, ma alla fine sono 11, 8 rimbalzi e tanta energia.