Burroni (Cisl Fp): “La democrazia vince”!
Esprime soddisfazione, il responsabile provinciale terzo settore della CISL FP di Livorno per l’esito referendum a cui hanno partecipatro i dipendenti della RSA ‘VIlla degli Etruschi di Suvereto’. Burroni ha affidato a un lungo comunicato – che pubblichiamo integralmente – la spiegazione di tale soddisfazione: “La direzione della RSA “Villa degli Etruschi” ha ufficializzato l’adozione del nuovo orario di lavoro scelto democraticamente da lavoratrici e lavoratori della struttura tramite referendum interno. Il personale — attraverso un voto regolare e trasparente, con la supervisione delle Organizzazioni Sindacali presenti — ha espresso una netta maggioranza: circa il 60,53 % delle preferenze è andato a favore del turno proposto proprio dalle lavoratrici. Di fronte a un risultato così chiaro, la Direzione ha deciso di applicare il modello di turno maggiormente votato. Con questo provvedimento la RSA conferma il rispetto della volontà delle lavoratrici e dei lavoratori e il valore della partecipazione democratica nelle decisioni che riguardano le condizioni di lavoro. Purtroppo, nelle ultime ore, alcune voci interne stanno mettendo in discussione la validità del turno — contestando non la procedura, ma il risultato collettivo. In tal modo, non solo si nega il turno scelto dalla maggioranza, ma viene attaccato il principio stesso della democrazia sul posto di lavoro. Come rappresentanti di CISL FP Livorno vogliamo ribadire con forza: non mettiamo in discussione la scelta fatta dalle lavoratrici e dai lavoratori. Sosteniamo il principio democratico e ricordiamo che la volontà di una netta maggioranza — espressa liberamente e in modo trasparente — è legittima e va rispettata. Rigettiamo ogni tentativo di imposizione della volontà di una minoranza che, pur nella legittimità delle opinioni, non può ignorare l’esito di una votazione democratica. Invitiamo chiunque a riconoscere l’esito del referendum interno come espressione chiara e incontestabile della volontà della maggioranza e ad astenersi da ricorsi che mettano in discussione i risultati e — con essi — la democrazia sul posto di lavoro”.











