La notizia – purtroppo – non era inattesa, ma questo non la rende meno triste. Anzi. Questa notte ci ha lasciato il collega Gianni Massone, il popolare ‘Gi.Mas.’, come amava firmarsi sulle colonne del Tirreno.
Aveva 91 anni. Si è arreso ad una inesorabile malattia, ma soprattutto al dolore per la morte – avvenuta lo scorso autunno – dell’amato figlio Gian Maria. Il giornalismo livornese, in particolare quello che scrive con inchiostro amaranto, perde una delle firme più illustri. Gianni ha narrato le vicende del Livorno – che amava come un figlio – per 65 anni. Lo avevamo visto allo stadio all’inizio di questo campionato finito in gloria. Ci piace pensare che Gianni – prima di andarsene – abbia atteso la promozione matematica in serie C dell’unica squadra che aveva nel cuore e che ha seguito dovunque…qualcuno direbbe dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno. Lo ha sempre fatto con quel fare timido fino al punto da sembrare scontroso. Ineguagliabile la sua passione per le casacche amaranto che lo hanno portato da Trieste a Licata, da Messina a Udine con la sua eleganza inappuntabile, le proverbiali giacche e le belle cravatte. E poi lei. L’inseparabile macchina da scrivere. Gianni si era piegato alla tecnologia solo nel segmento finale della sua carriera. Valigetta e macchina per scrivere. Stop. Frasi brevi, pochi incisi. Punteggiatura frequente, questo il suo stile. Pennellate d’autore con cui esprimeva l’amore per la maglia.
Nell’ora del dolore tornano alla mente decine di aneddoti, come quella volta, nell’agosto del 2005 a Cittadella. Gianni aveva lasciato incustodita la valigetta contenente la macchina per scrivere. Era il periodo dell’onda lunga post 11 settembre. I Carabinieri di stanza al ‘Tombolato’ bollarono quel ‘collo’ come sospetto così avvertirono lo speaker dello stadio: “E’ stata rivenuta una valigetta sospetta. Il proprietario è pregato di recuperarla, altrimenti sarà fatta brillare”. Gimas arriva a passo svelto, unisce al pollice le altre quattro dita, come a dire ‘che fate?’, riprende la valigia e più volte esclama: “Ma cosa brilliiii! E brilla lui” con la sua erre francese e con un sorriso divertito.
Per noi giornalisti over 50, che siamo cresciuti con i suoi articoli, adesso c’è un profondo senso di vuoto, difficilmente colmabile.
Alla famiglia di Gianni Massone giungano le condoglianze di Urban Livorno.