Inizia con un lutto il 2025. Nelle scorse ore, all’età di 80 anni, si è spento Aldo Agroppi, sanguigno opinionista tv dopo una vita passata sui campi di calcio. Dopo aver iniziato a giocare nella natia Piombino, Aldo fu scoperto dal Torino. Dopo i prestiti a Genoa, Ternana e Potenza, con la maglia granata – suo amore infinito – debuttò in serie A il 15 ottobre 1967 contro la Sampdoria (4-2). Ma quella stessa sera morì in un tragico incidente stradale Gigi Meroni, per cui il suo esordio rimase legato a quel dolore. Restò nel Toro fino al 1975 prima di essere ceduto – in un passaggio di carriera tutt’altro che semplice – al Perugia. E proprio nelle giovanili degli Umbri iniziò la carriera di allenatore che visse il top quando portò il Pisa in A nel 1982. Poi per questo eterno ragazzo che non aveva peli sulla lingua ci furono le panchine di Perugia, Padova, Fiorentina, Como, Ascoli e infine Fiorentina. Decise di chiudere la carriera di allenatore per via del troppo stress, ma anche perché fondamentalmente non riusciva più ad identificarsi in un calcio che stava cambiano. In peggio.
Dal 1993 Agroppi è stato opinionista televisivo. Con il suo stile: non finiva mai nel calderone del mainstream. Aveva le sue idee e non aveva problemi ad esporle quantunque gli costassero l’etichetta di Bastian contrario. Ma Aldo da Piombino era così: schietto, sincero. Mai incline a dichiarazioni di facciata per catturare le finte simpatie di un calcio sempre più posticcio. Fu dirigente del Livorno nei primi Anni 2000. E di nuovo opinionista tv sugli schermi di Canale 50 insieme al nostro amico Alessandro Santarelli e alla nostra direttrice Simona Poggianti che in questa mattinata di lutto ha usato solo un’espressione emblematica: “E’ un grande dolore. Un grandissimo dolore. Non riesco a pensare che Aldo non ci sia più”.
Alla famiglia di Aldo Agroppi giungano le condoglianze della nostra redazione.
foto rai.it