Diego Simeone, tecnico dell’Atletico Madrid, li chiama “huevos”. Attributi, traduciamo noi senza indulgere alla volgarità. Carattere, insomma: benvenuta al sud, Pielle. Nella trasferta più lunga dell’anno, senza Bonacini e Donzelli, con Lucarelli ancora attore non protagonista in panchina, la Toscana Legno strappa con le unghie una vittoria dal peso specifico enorme. Perchè raccolta contro tutto e tutti, contro una San Severo che ha fatto canestro anche da casa sua, contro due arbitri sconcertanti, che hanno messo i livornesi con le spalle al muro, togliendo dalla contesa Vedovato dopo 22’ e fischiando davvero senza criterio. Eppure, la Pielle ha vinto, meritato, con Leonzio e Klyuchnyk, armi illegali in questa categoria, ma anche e soprattutto con la classe operaia, Campori e Del Testa, che hanno deciso la partita nel finale mozzafiato con due giocate fantastiche, di rara intelligenza cestistica. Quota 40 è stata artigliata, ora potrebbero arrivare i due punti per la rinuncia di Chieti, ma soprattutto adesso la Pielle è squadra profonda, completa, consapevole della propria forza. E con huevos.
La solita Pielle che ti spacca il cuore. Tutto e il contrario di tutto, le discese ardite e le risalite. Pronti e via con la modalità passeggiata: 2-11, senza nemmeno sudare. Poi San Severo si trasforma da docile agnellino in molosso che schiuma rabbia e che randella sotto canestro, sotto gli occhi di una ineffabile coppia arbitrale che inizia a stalkerizzare i lunghi livornesi: nessuna pietà per Vedovato e Klyuchnyk, ogni contatto un fischio. I pugliesi, così, rianimano il battito cardiaco e, possesso dopo possesso, iniziano a far male: il controbreak di 23-4 potrebbe minare dalle fondamento le certezze pielline. Campanella sente penetrante odore di bruciato ed aziona l’estintore: Leonzio, dopo il trentello roboante contro Herons viene braccato come Harrison Ford nel fuggitivo, e allora ci pensano Hazners, con due triple da cecchino scelto, Venucci e Vedovato a far tornare la Toscana Legno in linea di galleggiamento. Una rubata di Leonzio, finalmente liberatosi dalla cella di rigore preparata dai pugliesi, manda la Pielle a più tre all’intervallo lungo, ma con i tre lunghi caricati di falli la trasferta più lunga della stagione si trasforma ancora di più in una scalata a mani nude su una parete liscia.
Due minuti, due azioni nella ripresa, due falli di Vedovato: partita finita per il lungo padovano, qualcosa di scientifico. La difesa sottocanestro diventa un rompicapo, Campanella alterna zona e uomo allungata per limitare i danni. E in attacco la Pielle si appoggia sull’ucraino, che scava un altro piccolo solco (46-51), prima che, grazie ad altri due fischi di difficile comprensione, San Severo rimetta la testa avanti all’ultima sirena (63-62) con Bugatti che vive una serata da Larry Bird. Ma qui entrano in campo gli huevos, gli attributi da uomini veri. Lunga volata punto a punto, tra errori e prodezze, la fiammata di Leonzio, la difesa, San Severo che non muore mai. Campori firma una giocata da sballo, Del Testa prende il rimbalzo della vita e converte i due liberi. Ma non è finita: azione da tre punti del miracolato Bugatti a 58 secondi dalla fine, Pielle a più uno. Leonzio trova l’autostrada e la sfrutta, ancora Bugatti dalla lunetta. La Pielle muore con la palla in mano, e stavolta Bugatti trova il ferro. Huevos, e grande festa. Meritata, voluta, sofferta. Questa è la Pielle, signori.
SAN SEVERO: Bugatti 17, Cane 13, Petrushevski 5, Bandini 9, Moffa 15, Pellicano 4, Igbanugo 3, Mobio 4, Gherardini 9, Abati 5, Mecci.
PIELLE: Del Testa 8. Klyuchnyk 16, Venucci 13, Campori 9, Leonzio 17, Cepic 7, Vedovato 6, Hazners 10, Bonacini, Lucarelli,
Foto: Simona Marzi