di Daniele Marzi
Gara spartiacque? Bivio? Partita della svolta? Livorno-Sambenedettese, scontro che torna dopo oltre 44 anni, può essere definita con uno di questi appellativi? Forse no. Soprattutto perché, in questa prima parte di stagione, ci sono già state altre partite definite “da dentro o fuori”, dopo le quali però la situazione non è cambiata. L’unica costante è stato il non-gioco del Livorno. Solo in un paio di occasioni la squadra ha fatto vedere cose accettabili; poi tanta mediocrità e risultati ben al di sotto delle aspettative.
Nel match contro i rossoblù marchigiani, neopromossi ma di tutt’altro stampo finora, il Livorno non può prescindere dalla conquista di un risultato positivo. Per salvare la panchina di Formisano? Per riprendere la corsa verso l’obiettivo decimo posto? Per rasserenare la piazza? No. Solo ed esclusivamente per evitare di venire risucchiato in un gorgo dal quale, già oggi, non è facile risalire. Per evitare di restare pericolosamente invischiato nella lotta per non retrocedere. Perché la priorità di tutti, in questo momento, deve essere quella di mantenere il professionismo. Sarebbe un delitto gravissimo riportare il Livorno nei dilettanti. Questo, al di là di ogni polemica e diatriba, di cui poi si potrà anche disquisire.
Diciamo questo perché, al momento, per quanto visto in campo nelle prime nove giornate – e i primi bilanci si fanno intorno alla decima – questa squadra non sembra in grado di avere un obiettivo diverso da quello della permanenza in categoria.
Anche e soprattutto se non arriverà una scossa (e per “scossa” non intendiamo il cambio dell’allenatore). Serve una scossa mentale, una secchiata d’acqua fredda in faccia a giocatori apparsi poco reattivi e scarsamente propensi alla lotta, escluse poche eccezioni. Cosa che, quando si indossa la maglia amaranto, non è proprio accettabile. Poi si può parlare di tutto: degli errori – evidenti – nella costruzione della squadra, della scarsa incisività del tecnico, dei giocatori inadatti alla categoria.
Sulla partita che attende gli amaranto non c’è molto da inventare. L’avversario viene da un buon periodo, nonostante la sconfitta interna contro la capolista Ravenna, che ha lasciato strascichi per alcune decisioni arbitrali contestate. Per far risultato servirà un Livorno diverso. Torneranno Seghetti in porta e molto probabilmente Cioffi in avanti, mentre potrebbe esserci anche l’esordio di Peralta dal primo minuto. Il tutto in un clima che si annuncia caldissimo, e stavolta non solo per la presenza di un buon numero di tifosi ospiti (si parla di circa 500). La Curva Nord è in piena contestazione verso la società, e l’incontro avvenuto venerdì con i club organizzati non ha più di tanto rasserenato gli animi, neppure con questa parte della tifoseria. È ovvio che, dopo un inizio di stagione del genere, la piazza abbia tutto il diritto di contestare. La squadra e la società devono dare un segnale tangibile, al di là delle dichiarazioni di facciata. Qui, cari signori, c’è da salvare il Livorno










