Il comunicato di Potere al Popolo sulla morte di Fares Dhgater: “A Livorno, in pieno centro, è morto Fares all’età di 25 anni e non è possibile voltarsi dall’altra parte”
La morte di Fares Dhgater, avvenuta nella notte del 24 aprile durante un controllo di polizia, è un fatto estremamente grave, una sconfitta per la nostra città. C’è estremo bisogno di fare chiarezza sull’accaduto e raggiungere la verità. Auspichiamo che ci sia la massima trasparenza su questa vicenda e la seguiremo fino a che ogni passaggio non sarà stato verificato e chiarito.
Ciò che è invece viscido e inaccettabile sono i commenti razzisti comparsi a decine sui social, vomitati lì come a voler giustificare la morte di un ragazzo, con la sua nazionalità. Come se Fares non fosse riconosciuto come una persona. Proprio su questo è importante aprire una riflessione politica perché la paura, il dubbio e la legittima rabbia degli amici e della sua comunità sono giustamente alte.
Il rapporto di conflitto e di attrito tra esponenti di comunità straniere e forze dell’ordine è dato da un semplice aspetto: l’assenza di un privilegio. Il privilegio di essere bianco e cittadino italiano. Questo crea un meccanismo di illegalità in quanto semplice essere umano nato nel posto sbagliato e colpevole di voler cercare un riscatto altrove. Pratica comune in molti italiani emigrati nel secolo scorso.
Le attuali leggi che chiedono alla Fortezza Europa di nascondere fuori dai propri confini i problemi, con il Mar Mediterraneo e la Turchia come guardiani, portano spesso però i migranti a non trovare un contratto e un affitto regolare, ma solo sfruttamento senza nessuna sicurezza o garanzia rischiando di finire a cercar di sopravvivere senza avere colpe se non quella di aver rifiutato guerra e miseria.
Oggi, un_ ragazz_ stranier_ non ha nessun potere sulla propria vita, essendo soltanto un clandestino invisibile, costretto a dover giustificare ogni piccola cosa, d’innanzi a chiunque.
Inoltre, la contraddizione sta proprio nel fatto che chi gode della morte di un ragazzo, o della violenza su un ragazzo, è lo stesso carnefice che lo obbliga e lo costringe a non avere prospettive di vita. Ed è importante ricordare che in tutto questo sistema marcio ed ipocrita, la vittima è sempre chi per questioni di classe e sociali non riesce ad arrivare alla fine del mese, subisce discriminazioni continue ed ha legittimamente paura.
Potere al Popolo Livorno