Finisce 3-1 la dodicesima giornata di campionato tra Livorno e Cenaia non senza qualche apprensione, ma mentre gli amaranto festeggiano il successo arriva la notizia del gol segnato in extremis dalla Pianese al San Donato che consente alla capolista di mantenere invariato il vantaggio sugli Amaranto.
Il Livorno, comunque, ha fatto il proprio dovere rispettando il pronostico contro il Cenaia, squadra apprezzabile per dedizione applicazione dell’equazione difesa=contropiede, ma fragile come un grissino.
Eppure, la rivoluzionata squadra di Favarin (ko Cori, Cesarini, Fancelli e Giordani in panchina, titolari Mutton, Sabattini, Curcio e Savshak) ha impiegato oltre mezz’ora per sbloccare il risultato della partita che vedeva gli ospiti arroccati dietro e pronti a ripartire.
Il gol apriscatole lo firma al 32’ Menga lesto a ribadire il pallone in rete in tap in dopo corta respinta del portiere Baroni, su stoccata dello stesso numero 11 amaranto. E’ la stura al momento di massimo furore del Livorno che trova subito dopo il raddoppio con una deviazione di Nardi (35’). Pochi attimi e Sabattini dalla distanza colpisce la traversa, ma proprio quando sembra che i ragazzi di Favarin abbiamo imboccato l’autostrada, ecco la frittata difensiva che lascia la metà campo sguarnita. Nella prateria l’ultimo tocco – un preciso diagonale sul palo alla sinistra di Biagini – è di Macchia.
Nella ripresa non ci sono sussulti. Nel finale il Cenaia alza il proprio baricentro e la difesa amaranto dà una poco rassicurante sensazione di paura. Gli ospiti hanno due occasioni. Due capitano anche sui piedi degli attaccanti amaranto: i nuovi entrati Cesarini e Giordani impegnano Baroni. Al minuto 90 toglie le castagne dal fuoco un altro giocatore entrato da poco: Brenna, la cui incornata su cross proveniente da calcio d’angolo, fa partire la sigla finale della partita.
Il Livorno vince, ma può e deve fare di più.
Foto: Simona Marzi