Assumendo una mia conoscenza parziale della tematica, dato che prima del maggio 2018 facevo altro, credo di poter dire che per le criticità dei fabbricati di via Gobetti/Amendola, su cui sono intervenuti Romiti e Raspanti, non ci sono soluzioni definitive ma solo riduzioni del danno.
Provo a spiegare perché parlo di riduzione del danno. Gli edifici NON sono stati costruiti nel 2016, ma sono stati consegnati nel gennaio di quello stesso anno dal Comune a Casalp, e successivamente ai residenti del
quartiere.
E’ il Comune di Livorno che ha realizzato l’intervento edilizio avviandolo nel lontano 2009 (D.G.C. n.175 del 23.04.2009 e Det. Dir. n. 4051 del 10.11.2009).
A settembre del 2018, in qualità di assessore al sociale, venni chiamato daalcuni residenti della zona per un sopralluogo, intervento passato inosservato ai più perché già allora non avevo l’abitudine di muovermi con
stampa al seguito. Fu dopo quel primo sopralluogo, che chiesi approfondimenti a Casalp. Relativamente alla problematica delleinfiltrazioni di acqua e conseguente umidità, Casalp segnalava una rilevante criticità legata alle perdite derivanti dalle colonne di scarico. Tale situazione si accompagnava ad un consistente incremento della popolazionemurina che aveva già reso necessari una serie di interventi straordinari eseguiti da CASALP con l’ausilio di AAMPS. Il non corretto ancoraggio dei sistemi di scarico delle cucine e dei bagni causava poi ripetuti allagamentiche, danneggiando gli alloggi con particolare riferimento ai soffitti ed
alle pareti in cartongesso (in cartongesso!!), avevano richiesto nella maggior parte dei casi, la sostituzione.
CASALP nella nota che mi inviò confermava che l’Amministrazione Comunale aveva già eseguito in passato diversi interventi sugli immobili riguardanti l’eliminazione delle infiltrazioni, la perdita delle colonne di scarico
delle acque nere e bianche, la messa in sicurezza degli infissi esterni, interventi diffusi negli alloggi per l’eliminazione dei difetti evidenziati nonché interventi sulle parti comuni quali la realizzazione di un cordolo
lungo il perimetro degli edifici, la messa a dimora di siepi. Contestualmente CASALP si era dovuta attivare direttamente in tutti quei casi in cui si rendeva necessario un intervento urgente.
Capisco l’esasperazione di una delle signore residenti che dice oggi come allora: “Non è mai stata fatta una cosa concreta”. Purtroppo non è così, molte cose sono state fatte, ma hanno solo ridotto il danno.
Quegli edifici sono nati viziati da criticità riscontrabili con assoluta oggettività già al momento del passaggio di consegna tra il Comune, che li ha costruiti a partire dal 2009 e Casalp che si è trovato a consegnarli agli assegnatari nel 2016. Basta consultare la documentazione del verbale di consegna nel 2016 da cui Casalp ricavava la nota che mi inviò.
Sono perfettamente consapevole che questo mio intervento, se correttamente inteso, dovrebbe avviare un percorso di accertamento del perché i nuclei familiari che pensavano di entrare in una struttura “nuova”, si siano ritrovati in un incubo del genere.
Il mio augurio per i residenti degli alloggi Gobetti/Amendola è che si riesca a mantenere alta l’attenzione e si predispongano interventi costanti anche da parte di questa Amministrazione per tentare di mantenere le
criticità entro un livello accettabile.
In sostanza quello che hanno questi edifici non è una malattia acuta per cui esiste una cura che porta alla guarigione, ma una malattia cronica che si gestisce e tiene sotto controllo con attenzione e cure costanti, ovvero con risorse pubbliche.
Ma questo aprirebbe un altro argomento ancora……