Duro comunicato degli Ultras Amaranto dopo le dichiarazioni del presidente a Urban
Lunedì sera il presidente del Livorno Joel Esciua è intevenuto nella nostra trasmissione ‘Amaranto’ e ha usato toni concilianti nei confronti della curva che lo aveva contestato domenica in occasione della partita Livorno-Figline. La replica dei tifosi non si è fatta attendere ed è arrivata sotto forma di un comunicato molto duro che riportiamo integralmente.
Joel sei stato nominato!
L’arrivo di Joel Esciua era stato accolto, come era doveroso, con molte speranze e buon entusiasmo, questo complice il fatto che – fino al momento della firma – si era presentato come una persona assai diversa. Da subito dopo la firma invece ha iniziato a seminare malumore. Ad ogni modo la voglia di rinnovamento e rinascita dei livornesi aveva portato a digerire le sue sparate ed anche la dipartita di Protti, messo da parte per ragioni evidenti di “risparmio” (pare per 15. 000 euro l’anno…). Dopo è stato il turno di storici dirigenti societari e di uno dei due magazzinieri, in entrambi i casi con l’atteggiamento classico dell’uomo di alta finanza che mette gli uni contro gli altri. Finita la piazza pulita in società il “buon” Joel si è dilettato nella denigrazione dei tifosi livornesi dicendo che non volevano pagare il biglietto e con questa ennesima mossa di mettere gli uni contro gli altri ha aumentato del 50% gli abbonamenti, alzando anche vistosamente i biglietti singoli, rispondendo alle rimostranze di chi chiedeva più accessibilità per riportare la gente allo stadio. Diceva che “avremmo visto cose mai viste prima” e che il “prodotto Livorno” era migliore. La società, priva di sponsor, probabilmente deve rendere conto a qualcuno che appartiene alla stessa comunità dalla quale abbiamo dovuto ereditare anche il Direttore Generale, uomo che con il calcio non ha mai avuto a che fare (…).
Ed è andato tutto bene? ovviamente no. Inutile dire che nonostante gli annunci in pompa magna al momento una squadra con una storia come la nostra si vede passare davanti “colossi” come Pianese, Seravezza e Grosseto. Tuttavia Esciua, anziché pensare al campo, si è speso per tentare di impedire alla Nord di portare le bandiere palestinesi che da sempre (basta pensare allo striscione Fedayn che capeggiava negli anni 80) ed ha ben chiara la posizione di sostegno al popolo oppresso dall’occupazione israeliana. Non lo sapeva prima? Eppure Mosseri, appena insediato, quando gli era già stata ricordata la posizione di molti tifosi della nord aveva detto in un’intervista quello che noi stessi sappiamo e diciamo: essere ebrei non significa essere sionisti. Ecco perché Livorno non è mai stata e non sarà mai antisemita, e questo grazie anche ad elementi come la Curva Nord che non sono ibridi ideologicamente. Dichiarazione esatta quindi, quella del DG, ma non seguita dai fatti. Esciua ha tentato prima di far rimuovere le bandiere ed ordinare alla Digos e di non far entrare chi le esponeva, poi a chi gestisce la pagina dell’US Livorno di non mandare le immagini della nord, poi ha strappato il cartellone nell’androne con la coreografia Combatti, proprio perché aveva una minuscola bandiera palestinese. Non contento di tutto ciò, poi è sceso in piazza con la destra locale per attaccare il sindaco, reo di aver messo una bandiera della pace e non quella di Israele sul comune. Lui, che rappresenta la società amaranto, patrimonio di tutti, così ha fatto politica per primo ed è intervenuto in piazza come Presidente del Livorno senza neppure precisare di farlo come cittadino. Oggi però dice alla curva che non dovrebbe fare altrettanto, arrogandosi il diritto di fare solo lui quello che non vuol veder fare ai veri padroni di casa: i tifosi. Perché lui può andare a protestare perché il comune deve mettere la bandiera israeliana, ma allo stadio non vuol vedere quella palestinese, quindi decide tutto lui insomma. Proviamo pena per tutti quelli che oggi lo spalleggiano, una minoranza assoluta e domenica si è visto quanto pesa, perché lo stadio oggi vive per la nord e non per nessun altro settore desertificato dalle sue politiche. Gente che sta ripetendo gli stessi errori del finale di Spinelli, tifosi a cui evidentemente quella lezione non è bastata. Tutto quello che Esciua sta raccogliendo quindi è frutto della sua inadeguatezza, dimostrata con noi, con la questura, con il sindaco (al quale voleva imporre di non far giocare la partita per il vento), con i Club (anche se alcuni ingoierebbero anche le porte del Picchi) e soprattutto con la Nord che merita rispetto e poco conta se poi ogni volta, dopo, lancia segnali distensivi. Esciua è un bluff come la promessa di restituire i soldi di Gavorrano, che difatti NESSUNO ha mai avuto indietro anche se i giornali gli hanno permesso di annunciare il tutto. Esciua ha pensato forse che sarebbe diventato padrone di Livorno e dei livornesi questa estate, invece ha sbagliato città. E’ ipocrita come ogni israeliano che chiedeva solidarietà dopo l’attacco del 7 ottobre per 240 ostaggi, molti dei quali rilasciati, ma oggi tace sui 16.000 civili palestinesi uccisi per rappresaglia, dei quali il 70% ricordiamo sono donne e bambini. Noi invece abbiamo chiaramente scritto e detto quello che lui invece non ha fatto, ovvero che i civili non si dovrebbero mai toccare, lui non può dirlo perché deve rendere conto a qualcuno.
Se ad alcuni tifosi questo non interessa per paura che il Presidente si offenda, a noi non interessa della loro opinione, la dignità e la solidarietà umana non hanno prezzo, noi non siamo in vendita, tantomeno al primo chiacchierone che passa. Dignità Esciua non ne ha avuta neppure di fronte al pasticcio Bassini, giocatore con simpatie destrorse che porta tatuaggi con i motti del Duce, quello che ha fatto le leggi razziali, ma che, al contrario delle bandiere palestinesi, non disturbano il presidente con chiare pulsioni sioniste, ma del resto è la storia della destra israeliana oggi legata al governo Meloni. E con la gestione di quel pasticcio penoso di Gavorrano ha dimostrato quanto vale come uomo, avendo messo tutto sulle spalle di Gianni Palumbo, uno che per pochi spiccioli e tanta passione gli ha ricoperto un ruolo per il quale normalmente si paga e bene.
Quando cantiamo ed esponiamo le bandiere che sono sempre state e sempre saranno in curva, tutti coloro che non le apprezzano possono voltarsi altrove e continuare la cantilena della politica che deve rimanere fuori dagli stadi, quando poi con le squadre di calcio si è visto governare il paese, diventare sindaci come Bandecchi (altro mostro che qualcuno voleva in città), oppure allargare la serie B come avvenne per il Catania di La Russa. La società ipocrita nella quale viviamo continua a chiedere ai tifosi di non occuparsi di politica ma il calcio viene utilizzato a comando da sempre come vetrina politica da tutti, è una cantilena che non fa altro che farci radicalizzare nelle nostre posizioni. Per di più, sottolineiamo che esporre una bandiera Palestina non è esporre una bandiera politica, ma un atto di solidarietà verso un popolo che soffre. Lo hanno fatto in tutto il mondo, anche in Inghilterra, che il Presidente porta come modello, tifoserie politicizzate e non. Perché tanti sono gli ebrei nel mondo che hanno la stessa nostra posizione, ma purtroppo a noi è toccato uno allineato con le politiche del governo Netanyahu.
Non ci incantano più le false note distensive di un bugiardo cronico che da settimane parla in un modo ma si comporta in un altro. Pessimi anche i giornalisti che ancora gli prestano il fianco nelle sue continue piroette e scenate da bravo samaritano, quando sono mesi che semina i malumore.
Ad Esciua quindi diciamo che come è arrivato ora deve solo trovare il modo di andarsene. Questa posizione, ovviamente, non muterà l’atteggiamento di sostegno alla squadra, che la nord sostiene – al contrario di tanti – sempre e comunque, ovunque, dall’inizio del campionato.
Quindi nessun piagnisteo, nessun tatticismo spicciolo, tanto più di uno che fino ad oggi ha avvelenato i pozzi senza mai fare realmente un passo indietro. La maglia amaranto è il Nostro patrimonio da sempre, Esciua solo di passaggio.
Il commento
Lunedì sera la nostra webtv ha concesso 5′ al presidente Joel Esciua che in questo modo ha avuto la possibilità di usare i toni che ha ritenuto più opportuni, all’indomani della contestazione a lui indirizzata domenica scorsa da parte della curva. I toni sono stati concilianti. Durante la stessa trasmissione abbiamo detto che il nostro canale era ed è aperto agli esponenti della curva stessa affinché esponessero le proprie idee che – lo avevamo messo nel conto – sarebbero potute essere antitetiche a quelle del presidente. A proposito della contestazione. Fin da domenica sera (trasmissione ‘La Domenica Sportiva’) l’abbiamo definita legittima, perché chi paga il biglietto ha il diritto sacrosanto, quasi sancito dalla Costituzione, di contestare. Non abbiamo quindi messo in dubbio il merito, ma soltanto il metodo, dato il ricorso all’offesa personale. Tutto qui.
Nella trasmissione di lunedì – da persone intellettualmente oneste ed innamorate della maglia amaranto e solo ed esclusivamente per il bene della maglia stessa che per noi costituisce un valore unico e assoluto – abbiamo auspicato che si potesse arrivare una una sintesi tra le parti proprio in nome dell’unico interesse comune a tutti: l’amaranto e il conseguente tentativo di tornare almeno in serie C. Tutto qui. Tra l’altro questa è una posizione tenuta e un’idea portata avanti nelle scorse settimane anche dal presidente onorario Enrico Fernandez Affricano, per cui niente di nuovo sotto il sole. Né più, né meno.
Se la frase ‘Pessimi anche i giornalisti che ancora gli prestano il fianco nelle sue continue piroette e scenate da bravo samaritano, quando sono mesi che semina i malumore’ contenuta nel comunicato come sembra, è riferita alla nostra testata, crediamo che il destinatario sia sbagliato, perché nessuno di noi è legato ad alcuna corrente di pensiero, né tanto meno a questo o a quel dirigente anche perché l’unico soggetto a cui dobbiamo dar conto del nostro operato è l’editore e l’unico soggetto da difendere a spada tratta è la maglia amaranto. Per amor di estrema chiarezza ribadiamo un concetto: siamo convinti – e agli osservatori attenti non sarà di certo sfuggito, perché lo abbiamo detto durante la nostra trasmissione – che la Società abbia commesso una sequela di errori madornali che le si stanno ritorcendo contro. Tuttavia nella situazione a cui siamo arrivati le strade da percorrere sono o erano due: o si cercava la sintesi tra le parti (senza la pretesa che sbocciasse un amore che non c’è) o si andava avanti perpetuando questa situazione di attrito o, per dirla con il comunicato, di malumore. Noi abbiamo auspicato che fosse aperta la busta numero uno anche per non creare retropensieri o – peggio ancora – alibi di alcuin tipo alla squadra, chiamata alla rimonta in classifica. E’ stata fatta un’altra scelta. Ne prendiamo atto in totale serenità. Continueremo a seguire il Livorno e i suoi tifosi con l’amore, la passione e la dedizione di sempre.