Nelle scorse ore ci ha lasciato Otello Chelli, un livornese vero: puntiglioso e buono. Scrittore, giornalista, uomo. Ecco: Otello era tutto questo. Con lui se ne va buona parte della memoria storica del quartiere che gli aveva dato i natali e che lui amava in modo viscerale: la Venezia. Il suo cuore era rossobianco come l’armo dello Sgarallino, le cui gesta ha raccontato per anni, con occhio attento e – nonostante la passione – con penna imparziale, dalle colonne del Tirreno. Chelli infatti, era – tra l’altro – un profondo conoscitore del mondo delle gare remiere cittadine. Otello, però, non era solo un veneziano doc. Era un livornese a tutto tondo. Ricordava spesso quanto la guerra avesse distrutto la nostra città. E forse proprio la memoria di quei giorni, di quelle sofferenze, ne aveva consolidato la vocazione profondamente antifascista. Era un uomo di sinistra, Otello Chelli, e sui social in queste ore di dolore, si susseguono i ‘ciao Compagno’, ‘saluto a pugno chiuso’. Chissà, dietro le sue lenti, forse Otello dalla sua nuvoletta rossobianca, e sotto il baffo, sorride.
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