L’ex comandante della Capitaneria di Porto nel 1991, deceduto ieri a Trieste, non coordinò i soccorsi al traghetto in fiamme
Il tempo non rimargina le ferite. A distanza di 32 anni e un mese dalla strage del Moby Prince, la vicende perde un altro dei suoi protagonisti che avrebbe potuto raccontare molto, se non tutto di come andarono i fatti quel 10 aprile del 1991. La figura di Sergio Albanese, infatti è una delle più controverse e discusse della tragedia, al pari di quella del comandante dell’Agip Abruzzo Renato Superina, pure lui deceduto. Spettava proprio ad Albanese, infatti, quella maledetta notte il coordinamento dei soccorsi. Soccorsi che non ci furono. La notizia della morte dell’allora Comandante della Capitaneria di Porto non è passata inosservata ai familiari delle vittime della strage. Amaro il commneto di Nicola Rosetti (Associazione Moby 140): “Un altro che sapeva cosa accadde sul Moby Prince lascia questa terra e si porta con sé la verità di quella notte. In questi tantissimi anni non ha avuto mai il coraggio di raccontare ciò che accadde, perché lui è il responsabile della morte di 140 persone, è lui che non ha coordinato i soccorsi sul Moby Prince. Per lui quelle persone sono morte tutte in mezz’ora. In Commissione ha avuto il coraggio di dichiarare che grazie al suo operato la stagione estiva a Livorno è stata salvata. In questo momento proviamo rabbia e delusione, ma dobbiamo raggiungere il nostro scopo ed arrivare alla verità storica e sapere cosa successe il 10 aprile 1991 sul Moby Prince”.