Durissimo comunicato del partito di maggioranza: “Accerchiato il Presidente del Consiglio Comunale Pietro Caruso durante la discussione sul Piano Operativo”
L’occupazione fisica della Presidenza del Consiglio Comunale da parte dei
Consiglieri Comunali Ghiozzi (Lega) e Perini (Fratelli d’Italia) con tanto di
accerchiamento del Presidente Caruso e la conseguente interruzione dei
lavori del Consiglio Comunale, sono fatti gravi, di stampo squadrista e
fascista, contro le Istituzioni democratiche. Atti che condanniamo con
grande fermezza.
Se da chi ha una storia e radici nel fascismo ci aspettiamo atteggiamenti
fascisti, da chi sostiene di essere di sinistra ci saremmo aspettati una
censura a difesa delle Istituzioni. Invece abbiamo visto un’azione di
spalleggiamento rispetto a quanto posto in essere dalle destre, con una
provocazione continua nei confronti del Sindaco davanti ai banchi della
Giunta Comunale.
Come forze di maggioranza abbiamo iniziato i lavori del Consiglio
Comunale rendendoci nuovamente disponibili a trovare una soluzione tesa
da una parte garantire alle minoranze un tempo adeguato per discutere gli
emendamenti e fare le dichiarazioni di voto e dall’altra a garantire la
governabilità alla maggioranza.
Nella ricerca di un compromesso è stata avanzata dal Presidente del
Consiglio Comunale una prima proposta, nella Conferenza dei Capigruppo
del 4 aprile, dove si prevedeva di dare 30 minuti a Consigliere per la
discussione sugli emendamenti anziché 5 minuti e 4 ore a gruppo
consiliare per le dichiarazioni di voto. Questa proposta è stata rifiutata
dalle opposizioni durante la riunione dei Capigruppo.
Il Presidente del Consiglio Comunale, sentito l’Ufficio di Presidenza e il
Segretario Generale, ha formulato una nuova proposta alla Conferenza dei
Capigruppo sulla base dell’intervento di Gianluca Diliberti, Vice Presidente
del Consiglio Comunale espressione delle minoranze, dove suggeriva una
semplificazione della discussione e delle dichiarazioni di voto.
L’ultima proposta, che era sicuramente articolata, consisteva nel
raggruppare gli emendamenti per macro aree tematiche. Attraverso il
lavoro degli uffici ne sono state individuate 8. Su queste macro aree sono
stati riconosciuti 20 minuti a Consigliere per la discussione su tutti gli
emendamenti anziché 5 e 20 minuti a gruppo per la dichiarazione di voto
per ogni singola macro area. Su 43 emendamenti specifici e non
raggruppabili invece erano previsti 3 minuti a emendamento a gruppo
consiliare per le dichiarazioni di voto.
Su un gruppo di emendamenti che rendevano la delibera inefficace e che
erano sostanzialmente inammissibili ma che comunque sono stati
ammessi, 20 minuti a gruppo consiliare per le dichiarazioni di voto.
Queste due proposte testimoniano la volontà nella ricerca di una soluzione
condivisa del conflitto istituzionale aperto con la presentazione di 881
emendamenti, che hanno determinato una situazione eccezionale non
governata e governabile con gli strumenti ordinari del regolamento del
Consiglio Comunale.
L’indisponibilità delle minoranze di destra ( fatta eccezione per il
Consigliere Diliberti), del M5S, BL e PAP, ci ha mostrato le loro reali
intenzioni: bloccare l’attività del Consiglio Comunale, del Sindaco e di
conseguenza della macchina amministrativa. Questo è contro la
Costituzione e il diritto amministrativo. Per noi non è accettabile.
Nessuno cittadino avrebbe compreso i motivi per i quali la stessa delibera
a Firenze veniva approvata in 3 giorni mentre a Livorno c’è ne sarebbero
voluti 72 con un ingente spreco di risorse pubbliche per i gettoni di
presenza dei Consiglieri Comunali (circa 110 mila euro), i rimborsi alle
imprese per le assenze dei lavoratori dipendenti dovute dai numerosi
Consigli Comunali ( 86 mila euro circa) ai quali vanno aggiunti gli
straordinari dei dipendenti comunali a supporto del Consiglio Comunale.
Un i giustificabile sperpero di risorse pubbliche.
Per questo motivo abbiamo sostenuto la decisione del Presidente del
Consiglio Comunale di perseguire la seconda proposta per avviare il
Consiglio Comunale e concludere l’atto con le votazioni sugli emendamenti
e sulla delibera, che è stata approvata verso le 3 del mattino.
In tutto questo le opposizioni hanno visto bene di abbandonare il Consiglio
Comunale invece di sostenere il lavoro prodotto con i loro emendamenti.
Questo evidenzia ancora di più quello che era il loro reale obiettivo:
bloccare le istituzioni e la città.
Opposizioni che una volta uscite dal Comune si sono recate nuovamente in
Prefettura cercando di tirare per la giacchetta il Prefetto, invitandolo ad
intervenire su dinamiche politiche ed istituzionali che sono di competenza
dell’amministrazione comunale. In quelle ore sicuramente concitate
abbiamo potuto apprezzare la capacità di ascolto del Prefetto D’Attilio e il
rigoroso rispetto delle Istituzioni e delle sue relative funzioni.
Partito Democratico
Unione Comunale di Livorno