La Polizia di Stato di Livorno, nella serata di giovedi 29 maggio, in occasione dello sbarco nel porto di Livorno di 13 migranti tratti in salvo dalla ONG Ocean Viking in acque libiche, ha sottoposto a fermo di polizia giudiziaria un 34enne cittadino egiziano, con l’accusa, di essere presunto “scafista” degli altri dodici stranieri – egiziani, etiopi ed eritrei – in viaggio dalle coste libiche.
Da alcune testimonianze raccolte dagli investigatori, il cittadino egiziano sarebbe stato colui che, in acque internazionali, avrebbe preso il timone di una piccola imbarcazione in legno, con a bordo numerosi migranti, il 22 maggio, fino al giorno in cui, rimasti in 53 (le restanti persone soccorse sono state smistate presso altri porti italiani, prima dell’approdo a Livorno) vennero raggiunti e messi in salvo dalla ONG.
Gli operatori della Squadra Mobile, una volta verificata l’identità del cittadino egiziano indicato dai testimoni come il loro “traghettatore”, sono riusciti a risalire ad un suo precedente ingresso, due anni prima, sul territorio nazionale, anche in quel caso, senza alcun titolo di soggiorno: ingresso, fra l’altro, seguito a brevissima distanza da una sua partenza in territorio extra Schengen dall’aeroporto di Fiumicino.
Per gli investigatori si trattava, in tutta evidenza, di un ulteriore indizio in ordine alla formulazione dell’ipotesi delittuosa, a carico dell’egiziano, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
La successiva perquisizione, operata sugli effetti personali dell’indagato, fra cui lo zainetto da viaggio, ha consentito il rinvenimento di denaro contante suddiviso in banconote da 20 euro: un fortissimo riscontro circa la possibilità che quei soldi costituissero il prezzo, o una parte del prezzo affrontato per far sì che i migranti riuscissero ad allontanarsi dai propri paesi di origine.
In presenza dei gravi indizi di colpevolezza sui quali fondare la presunzione che il 34enne fosse da ritenere responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina; oltre che della sussistenza di un evidente pericolo di fuga, gli investigatori della Squadra Mobile hanno proceduto al fermo dell’uomo, associandolo alla Casa Circondariale di Livorno, a disposizione dell’autorità giudiziaria.