I fatti risalgono al 25 luglio, quando un gruppo di ragazzi scavalca la recinzione dei Bagni Venere Marina di Bibbona ed occupa gli ombrelloni e le sdraio dello stabilimento. I bagnini li invitano ad allontanarsi perché le strutture sono riservate ai clienti, ma vengono aggrediti con lancio di sedie ed ombrelloni ed uno di essi riporta lesioni. Anche la titolare dello stabilimento, intervenuta per chiedere loro di andarsene, viene minacciata.
Le indagini degli agenti del Commissariato di Piombino hanno individuato 7 responsabili, provenienti dalla provincia di Firenze, di cui un solo maggiorenne e 6 minorenni, alcuni dei quali già gravati da precedenti per reati contro il patrimonio commessi con violenza, che affronteranno il procedimento penale per i reati a loro contestati.
Il Questore di Livorno ha munito il diciottenne di divieto di ritorno nel comune di Bibbona per tre anni ed adottato nei confronti dei minori il cd. “daspo willy”, il provvedimento di divieto di accesso e stazionamento al Bagno Venere ed altri pubblici esercizi ubicati nelle immediate vicinanze, per durate da uno a due anni, in relazione alla posizione di ciascuno degli autori delle condotte illecite.
Le misure adottate si basano sul presupposto della pericolosità sociale che si evince dalle specifiche e gravi modalità dei fatti caratterizzati dall’agire del “gruppo”, facendosi forza l’un con l’altro in relazione al numero di aggressori e con un’escalation di violenza sulle cose e persone, che hanno creato disordini e suscitato particolare allarme sociale, nel contesto di un pubblico esercizio particolarmente affollato nella stagione estiva, con il pericolo di degenerare in ulteriori conseguenze e coinvolgere altri frequentatori del bagno, rendendo necessario l’invio di pattuglie delle Forze di Polizia.
Inoltre,per i minori, il divieto persegue l’obiettivo del recupero sotto il profilo normativo ed educativo attraverso uno strumento che prevenga la reiterazione di simili condotte ed impedisca, a tutela degli stessi, ulteriori e ben più gravi esiti.
Foto:Simona Marzi