La Compagnia della Guardia di Finanza di Piombino, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Livorno, ha concluso l’operazione “Afrodite”. L’operazione ha avuto come esito un decreto di sequestro di conti correnti, fondi di investimento, immobili e mezzi (tra cui una Jaguar di interesse storico). I provvedimenti interessano una società di San Vincenzo (LI) responsabile della frode fiscale.
Chi erano i bersagli dell’operazione “Afrodite”
La società incriminata è una srl che gestisce alberghi nei comuni toscani di Bibbona (LI), Vagli di Sotto (LU), Fucecchio (FI) e Casalpusterlengo in provincia di Lodi.
I sequestri patrimoniali hanno un valore complessivo di più di 580.000 euro. Hanno colpito diversi conti e quote di fondi presso filiali bancarie perlopiù siciliane e toscane, una villetta nel bresciano e tre veicoli, due a Trapani e uno a Cecina. Fra questi veicoli c’era anche la Jaguar d’epoca. Alle attività delle fiamme gialle di Piombino hanno collaborato vari Reparti della Guardia di Finanza lombardi (di Milano, Lodi e Brescia), quello di Viareggio e di Trapani.
Il sistema di frodi neutralizzato dall’operazione
In base a quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle e dalla Procura gli imprenditori indagati negli anni hanno indebitamente sottratto liquidità dalla loro srl che gestisce gli alberghi. Per fare questo gli imprenditori hanno rilasciato delle fatture false e gonfiato le buste paga. In questo modo intascavano i pagamenti formalmente effettuati a Cipro ma che in realtà non sono mai avvenuti. I soldi ottenuti in questo modo venivano dirottati verso una seconda impresa, completamente fittizia, con sede nell’isola del Mar Mediterraneo e controllata dagli indagati.
I principali introiti della srl provenivano da un residence di Piombino. Proprio per nascondere al Fisco questi guadagni gli imprenditori hanno ideato il disegno criminale che prevedeva il trasferimento di liquidità verso l’impresa fittizia di Cipro. In particolare, i pagamenti venivano giustificati da un falso accordo di agenzia relativo a prestazioni di consulenze e marketing nel settore turistico. Queste prestazioni però erano completamente non documentate e scollegate dal reale andamento del fatturato aziendale. In virtù di queste prestazioni inesistenti la srl inviava alla società “partner” provvigioni di importo pari al 35% del suo fatturato annuo.
I reati contestati
Gli ideatori di questo piano sono una coppia di imprenditori che operano principalmente in Toscana, tra le province di Livorno, Lucca, Firenze e nel Lodigiano. Insieme a loro avrebbero partecipato anche due prestanome. I primi due sarebbero i “gestori di fatto” della srl che manovravano i due prestanome per farli alternare durante gli anni nella carica, formale, di rappresentanti legali. Tutte le persone coinvolte dovranno rispondere delle accuse di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per prestazioni inesistenti e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.