I finanzieri del Comando Provinciale di Livorno, durante l’attività di controllo del traffico passeggeri proveniente dalla Sardegna, hanno individuato e sequestrato un illecito carico di infiorescenze di cannabis sativa riposte in 50 sacchi di plastica stipati all’interno di un furgone a nolo.
Il mezzo, condotto da un giovane cittadino sardo dall’atteggiamento circospetto, all’arrivo ha subito suscitato l’interesse delle Fiamme Gialle anche perché sbarcato tra gli ultimi. I sospetti dei finanzieri sono stati avvalorati dal forte odore di cannabis emanato dalla cabina del mezzo quando l’autista ha abbassato il finestrino per consegnare i documenti. Aperte le porte posteriori del furgone per verificare il carico trasportato, le fiamme gialle del Gruppo di Livorno hanno notato la presenza dei diversi sacchi di plastica, tutti contenenti infiorescenze di cannabis sativa.
E’ stato subito controllato il documento di trasporto, dal quale sono emersi diversi elementi di discrasia, come ad esempio la differenza tra l’indirizzo di consegna e la sede della società destinataria della cannabis sativa, oltre all’attività esercitata da quest’ultima (ricerca nel campo delle altre scienze naturali e ingegneria), che non appariva riconducibile alla merce trasportata.
Una volta appurato che all’interno dei sacchi rinvenuti vi fossero esclusivamente infiorescenze di cannabis sativa (il cui già mero trasporto è vietato, oltre ad esserne vietata la vendita alla luce dei recenti interventi normativi e giurisprudenziali in materia) la Guardia di Finanza ha sequestrato i 309 chili di infiorescenze di cannabis sativa.
La commercializzazione di cannabis sativa e, in particolare, di foglie, inflorescenze, olio, resina, ottenuti dalla coltivazione della canapa non rientra nell’ambito di applicazione della legge 242 del 2016 – Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa, che qualifica come lecita unicamente l’attività di coltivazione di alcune varietà di canapa; pertanto, il soggetto fermato è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Livorno e ora dovrà rispondere del reato di cui all’art. 73, commi 1 e 4, del testo unico sulla droga. Sul punto è utile evidenziare che l’articolo 2, comma 2, della richiamata legge 242, con riferimento ai possibili usi del prodotto derivante dalla coltivazione, specifica che dalla canapa si possono ottenere lecitamente, senza incorre in alcun reato, alimenti, cosmetici, fibra carburanti e prodotti per la bioedilizia, nel rispetto delle discipline dei rispettivi settori.
Foto:pixabay