Su ordine della Procura di Livorno, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Livorno, coadiuvati dai militari delle Compagnie di Livorno e Pisa, hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del locale Tribunale, nei confronti di 3 persone indagate – a vario titolo – per associazione per delinquere, estorsione aggravata, illecita concorrenza con minaccia o violenza, porto abusivo di armi da sparo ed altro.
Il provvedimento è stato emesso nel corso delle indagini dirette dalla Procura e avviate dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Livorno, a partire dalla fine del 2018, a seguito della denuncia sporta dal titolare di un’agenzia di sicurezza privata che aveva dichiarato di essere vittima di intimidazioni da parte di soggetti riconducibili ad una analoga società operante in quel settore.
Nel corso delle indagini stesse, secondo gli inquirenti, sarebbe emerso un vero e proprio racket nella gestione dei servizi di vigilanza e sicurezza presso diversi locali di intrattenimento della provincia di Livorno.
Gli indagati, cittadini italiani ed albanesi, avrebbero promosso e costituito un’organizzazione criminale con il preciso intento di acquisire il monopolio della gestione della sicurezza dei locali notturni.
L’attività investigativa avrebbe registrato e documentato numerosi episodi di minacce, aggressioni, rapine e danneggiamenti nei confronti dei titolari e dei dipendenti delle agenzie concorrenti, tali da costringere le vittime ad abbandonare la gestione del servizio a cui poi sarebbero subentrati gli indagati.
A partire dal 2018 si sarebbe assistito ad una escalation di episodi violenti.
Emblematica, come definita dal G.I.P. nel provvedimento cautelare, la denuncia sporta da due cittadini maghrebini che hanno riferito di essere stati vittime di un pestaggio la notte del 30 settembre 2018, con conseguente rapina di beni ed effetti personali.
Ma ancor più significativa della pericolosità degli indagati, della loro prepotenza e del disprezzo delle leggi e delle Forze di Polizia, è, secondo gli inquirenti, la violenta aggressione nei confronti di 3 Carabinieri da parte di un cittadino albanese, destinatario del provvedimento custodiale. I tre Carabinieri, liberi dal servizio, la mattina del 20 luglio 2019, avevano fermato l’uomo alla guida della sua autovettura perché stava commettendo una serie di gravi infrazioni, tali da porre in pericolo l’incolumità degli utenti della strada. Pur qualificatisi come Carabinieri, furono aggrediti con un coltello. I tre militari risultarono feriti lievemente e l’uomo fu trovato in possesso anche di due mazze da baseball e di spray urticante, quindi arrestato per violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale.
L’uso della violenza sarebbe stato sistematico e rivolto non solo alle persone, ma anche ai beni ad esse riconducibili. In tale contesto sarebbero avvenuti il danneggiamento dei quattro pneumatici di un’autovettura nel settembre 2018 e, alcuni mesi dopo, nel gennaio 2019, l’incendio di uno scooter, in uso a concorrenti.
L’organizzazione faceva leva sulla forza intimidatrice derivante dalla prestanza fisica di taluni sodali ma, soprattutto, sulla disponibilità di armi da sparo.
La disponibilità delle armi da sparo sarebbe emersa nel corso delle indagini e riscontrata il 28 febbraio 2019, allorquando – su attivazione del Nucleo Investigativo di Livorno – una pattuglia del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Pisa sottoponeva a controllo un’autovettura con a bordo 2 indagati trovandoli in possesso di 3 pistole, 4 manganelli, 3 mazze da baseball, un pugnale ed un taser.
Il 15 dicembre 2020, lo stesso cittadino albanese che aveva aggredito i 3 Carabinieri è stato arrestato nuovamente da personale della Questura di Livorno, con l’ausilio di personale di quest’Arma, perché nel corso di un inseguimento da parte di una volante della Polizia di Stato si disfaceva di una pistola risultata rubata.
Oltre che sul territorio livornese, l’organizzazione sarebbe stata interessata ad accaparrarsi anche la gestione del servizio di controllo e sicurezza di alcuni locali della provincia di Pisa.
Nei confronti di alcuni indagati sarebbero emerse responsabilità in ordine alla detenzione e commercializzazione di sostanze stupefacenti.
I tre arrestati sono stati associati presso la Casa Circondariali di Livorno.
Le indagini devono essere concluse e il tutto, naturalmente, dovrà essere vagliato dal giudice di merito, ma allo stato si può dire che la vicenda risulta di particolare gravità, anche perché vede altre 9 persone indagate per vari reati tra i quali: associazione per delinquere, corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio.