Val di Cornia: scovati 20 percettori irregolari dei vecchi buoni spesa erogati per l’emergenza Covid
Le Fiamme Gialle della Compagnia di Piombino (LI), nell’ambito di mirate attività di controllo e in collaborazione con i Comuni di Campiglia Marittima, San Vincenzo e Suvereto oltre che di Piombino, hanno avviato una serie di riscontri selettivi sui percettori dei vecchi “buoni spesa” (di aprile 2020) destinati alle famiglie in difficoltà finanziaria. Questi buoni, erogati dagli Enti locali, sarebbero serviti per l’acquisto di generi alimentari e beni di prima necessità (come carburanti e combustibili, materiale elettrico, ricariche e schede telefoniche, articoli medicali e ortopedici, prodotti per la cura della casa e della persona, giornali, valori bollati e tabacchi, materiali per la cura degli animali).
“A monte” gli uffici dei servizi sociali comunali autonomamente hanno individuato la platea dei beneficiari e il contributo da assegnare ai nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’“emergenza pandemia”. “A valle” della medesima procedura e solo ad erogazione effettuata, i finanzieri hanno implementato successivi mirati controlli, partendo però da concreti elementi di anomalia rilevati dal controllo economico del territorio e dalla consultazione delle banche dati, incrociandoli con altre risultanze informative o con quelle derivanti dalle analisi di rischio elaborate dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie (sempre GdF) di Roma.
L’emersione dei percettori irregolari
Le attività descritte hanno così portato all’emersione di 20 percettori irregolari – di cui 18 residenti nel Comune di Piombino e 2 a San Vincenzo – che hanno attestato stati di bisogno non corrispondenti alla realtà. Così hanno tratto in errore gli Enti locali i quali, per motivi di emergenza e per non rallentare il funzionamento del sistema, non potevano riuscire a disvelare subito gli eventuali elementi non corretti omessi o dichiarati dagli 895 richiedenti (2,2 la percentuale di irregolarità). Degli 895 “buoni” di cui ai bandi di assegnazione esaminati, 465 sono stati erogati dal Comune di Piombino, 210 da quello di Campiglia, 150 da San Vincenzo e 70 da Suvereto.
Gli elementi non veritieri per lo più sono derivati da omesse dichiarazioni di percezione di prestazioni sociali agevolate tali da escludere l’effettiva sussistenza di uno stato di bisogno.
Altre richieste hanno visto la presentazione distinta di richieste da parte di due componenti appartenenti allo stesso nucleo familiare, come marito e moglie, i quali hanno ricevuto il contributo per un importo doppio rispetto a quello spettante.
Le persone coinvolte sono state sanzionate in via amministrativa per “indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato” – illecito che prevede il pagamento di una sanzione pari (al massimo) al triplo del beneficio conseguito – e sono state segnalate ai competenti Comuni per il recupero delle somme.