Lunedì 5 luglio dalle ore 21:30 sul Main Stage della Fortezza Nuova, un appuntamento imperdibile con protagonista il giornalista e scrittore Andrea Scanzi dedicato a Giorgio Gaber. Lo spettacolo nasce da un’idea del giornalista e scrittore Andrea Scanzi, gaberiano doc.
E pensare che c’era Giorgio Gaber racconta del Gaber teatrale, quello che ha il coraggio di lasciare la popolarità televisiva, e che, con Sandro Luporini, entra nella storia.
Il noto giornalista si è laureato ad Arezzo nel 2000 su Gaber, De André e i cantautori di quella generazione e ha conosciuto personalmente e frequentato il poliedrico artista che, Se non fosse stato malato sarebbe stato correlatore nella sua tesi di laurea. Gaber su di lui si chiedeva: “Ma perché questo ventenne sa tutto di me?!”.
“Ho visto per la prima volta Giorgio Gaber nel ’91 a Fiesole ed è da allora che gli voglio bene; sono terrorizzato dall’idea che la sua memoria si perda. – spiega Scanzi. Il nome Gaber lo conoscono tutti, ma se vai a scavare ti accorgi che Giorgio Gaber è conosciuto solo in modo superficiale. Il Gaber più forte, quello più geniale, è spesso quello che meno si conosce. Sono convinto che Gaber e Luporini siano stati profetici almeno quanto Pasolini. In ogni loro canzone e monologo ci sono degli elementi di lucidità, profezia e forza che sono qualcosa d’incredibile. La presenza scenica, la mimica, la lucidità profetica, il gusto anarcoide per la provocazione, il coraggio (a volte brutale) di “buttare lì qualcosa” e l’avere anticipato così drammaticamente i tempi, fanno del pensiero di Gaber-Luporini, oggi più che mai, un attualissimo riferimento per personaggi della politica, dello spettacolo, della cultura, del nostro sociale quotidiano”.
E pensare che c’era Giorgio Gaber è uno spettacolo per non dimenticare un artista eccezionale, che segue il fortunatissimo incontro-spettacolo “Gaber se fosse Gaber”, con cui Andrea Scanzi è andato in scena più di 150 volte. Il titolo dello spettacolo gioca con il titolo di un album del 1994 “E pensare che c’era il pensiero” nel quale sono contenuti brani iconici come quello che da il titolo all’album, “destra-sinistra”e “Canzone della non appartenenza”.
“La regola è chiara – aggiunge Scanzi – sono disponibile a portare lo spettacolo in tutti quei Comuni che, oltre a mettere in scena lo spettacolo, si impegneranno a intitolare una via, una biblioteca, o cosa riterranno più opportuno, a Giorgio Gaber. Viva Gaber!”
Regia di Simone Rota – Organizzazione Epoché ArtEventi.
Andrea Scanzi (Arezzo 1974) a lungo a La Stampa, è ora firma eclettica del Fatto Quotidiano e MicroMega. Ha pubblicato per Giunti e Mondadori, prima di approdare a Feltrinelli. Volto televisivo, soprattutto su La7.
In apertura, per le prime 120 persone che acquisteranno i biglietti dello spettacolo, in esclusiva l’accesso alle 19:00 all’ intervista di Paolo Ruffini ad Andrea Scanzi.
www.ticketone.it/artist/andrea-scanzi/andrea-scanzi-e-pensare-che-cera-giorgio-gaber-2541364/
Il prossimo appuntamento sul palco della Fortezza Nuova sarà giovedì 8 luglio alle ore 21:30 con un evento teatrale organizzato in collaborazione con Fondazione Teatro Goldoni: Intelletto d’amore – Dante e le donne di e con Lella Costa.
Nella divina commedia i personaggi femminili non sono molti. Ma quelli che ci sono, sono determinanti. Basti dire che ad accompagnare Dante nel paradiso è una donna: Beatrice. Scelta coraggiosa, perché la donna, in questo modo, assume un ruolo sacerdotale, guida spirituale che precede un uomo nel cammino verso la salvezza. Uno scandalo per il medioevo del sommo poeta. Ma anche oggi, in fondo. Il racconto scritto da Gabriele Vacis e Lella Costa sceglie alcune tra le donne di Dante e le fa parlare direttamente al pubblico, in modo confidenziale, da prospettive “insolite”. Naturalmente c’è Beatrice, ideale dell’amore puro del poeta, ma anche di tanta gente da settecento anni in qua. E poi c’è Francesca che finalmente ci spiegherà perché Dante l’ha mandata all’inferno insieme al suo Paolo. Ci sarà Taibe, la prostituta delle Malebolge, costretta ad annaspare nel letame per un motivo ben diverso da quella che è stata la sua “professione”. E Gemma Donati, la moglie del poeta, madre dei suoi figli, che spiegherà come si convive con l’ideale amoroso di tuo marito, se non sei tu. La narrazione delle protagoniste della vita artistica e privata del poeta si muove tra gioco e ironia, tenendosi sempre fedele al vero storico e alla larga dalla parodia.
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