Pinotta, opera lirica in due atti di Pietro Mascagni, ha inaugurato in Fortezza vecchia a Livorno, la terza edizione del Mascagni Festival.
Pinotta è una rarità per le scene ed arriva per la prima volta nella città natale del compositore a 90 anni dalla sua première avvenuta il 23 marzo 1932 al Teatro del Casinò di Sanremo. Quella sera Pietro Mascagni ottenne un successo trionfale: aveva appena finito di dirigerla e non fu possibile contare le chiamate a proscenio, le ovazioni, cui il Maestro livornese, ormai prossimo ai 70 anni, rispondeva commosso alzando le braccia come volesse stringere a sé tutto il pubblico che lo applaudiva. Un’indimenticabile prova di ammirazione per un musicista che aveva indissolubilmente legato il suo nome come padre del verismo nel teatro lirico, dopo ben undici anni dal suo ultimo lavoro per le scene (Il piccolo Marat, proposto nell’ultima stagione al Teatro Goldoni). Eppure non si trattava di un lavoro completamente nuovo e che anzi riportava di mezzo secolo indietro il suo iter creativo: “Si tratta di un «idillio» – affermò in proposito lo stesso Mascagni – di una storia d’amore di estrema semplicità, che io scrissi quando studiavo a Livorno all’Istituto Cherubini. L’eseguirono per la prima il 9 febbraio del 1881 nel salone del Teatro di San Marco. L’idillio aveva per titolo «In filanda». Una filanda piemontese, tre personaggi principali: il padrone della filanda, una giovinetta tessitrice e un giovine. E il coro, un gran coro che vi ha molta parte. In quelle prime rappresentazioni ebbe un vero successo, di cui rimasi commosso, stupito. Poi l’editore al quale avevo consegnato la partitura, la perdette e solo qualche anno addietro fu ritrovato il manoscritto originale in un baule che avevo lasciato in pegno a quei beati tempi al padrone di una camera ammobiliata, e delle brave persone avevano conservato il manoscritto di quel ragazzo di diciannove anni”. Manoscritto che, con le parole del suo fedele librettista Giovanni Targioni-Tozzetti, divenne “Pinotta” che, dalla sua prima apparizione ad oggi, conta solo dodici rappresentazioni sceniche, le ultime due venti anni fa, ancora nella nostra provincia, a Collesalvetti.
Riprendere Pinotta nella città natale del compositore è stato un omaggio alla sua figura artistica ed il Mascagni Festival firma con la Fondazione Teatro Goldoni questa nuova produzione: “Pinotta – afferma il Direttore artistico del Mascagni Festival Marco Voleri – racconta una storia di vita quotidiana: Il giovane Baldo, operaio, si innamora di una filatrice orfana, Pinotta. In un contesto rurale va in scena una storia semplice e a lieto fine, impreziosita da una lettura registica che colloca storicamente la vicenda: il ventennio fascista ed il grande estro del pittore Giorgio De Chirico che, proprio nell’anno del debutto di Pinotta, espone alla Biennale di Venezia. Il progetto, realizzato con i solisti internazionali della Mascagni Academy, vede il coinvolgimento di una giovane regista come Giulia Bonghi, che firma anche scene e costumi, già applaudita nella passata edizione del Festival con L’amico Fritz e l’esperienza del direttore Francesco Di Mauro, proprio in questi giorni nominato sovrintendente della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, applaudito in tutto il mondo in prestigiose istituzioni musicali”.
Foto:Simona Marzi