In scena giovedì 18 aprile alle 21.15 al Teatro Quattro Mori “Chi siamo noi”, lo spettacolo di Gabriele Benucci e Fabrizio Brandi sulla Compagnia Lavoratori Portuali
Ingresso libero e gratuito
Va in scena giovedì 18 aprile alle 21.15 lo spettacolo firmato da Gabriele Benucci e Fabrizio Brandi – che sarà anche interprete – dedicato alla storia della Compagnia Lavoratori Portuali di Livorno nel suo rapporto con la città. Lo spettacolo è presentato dall’Associazione Culturale Achab col contributo del Comune di Livorno – Assessorato al Porto, della Compagnia Portuale di Livorno e della Compagnia Impresa Lavoratori Portuali.
La location per lo spettacolo non poteva essere che il Cinema Teatro Quattro Mori, nel cuore stesso del Palazzo dei Portuali. In scena con Brandi anche il Maestro Massimo Signorini con la sua fisarmonica.
Per l’assessorato al Porto del Comune Livorno è città nata dal mare, principale porto del Granducato di Toscana nel XVII sec, tra i porti più trafficati del Mediterraneo. La storia e il destino della città sono legati da sempre alla presenza del porto che ne caratterizza le origini e lo sviluppo e che ancora oggi permea la forma mentis di chi la abita. Questo spettacolo è un viaggio emozionale nella memoria storica della città’ porto di Livorno. Mediante la ricostruzione delle vicende che vanno dalla costruzione della Compagnia portuale di Livorno fino alle trasformazioni successive ai decreti Prandini del 1989 che cambiano radicalmente la storia della portualità italiana e livornese si comprendono i motivi dello stretto legame tra il porto e la sua città e il ruolo economico, ma anche sociale e culturale svolto dalla Compagnia portuale di Livorno. Si tratta di un progetto teatrale che utilizza non solo le fonti storiche scritte, ma anche quelle orali narrate dalle prime e seconde generazioni di lavoratori del porto di Livorno che restituiscono una testimonianza viva e vivace degli avvenimenti passati che viene tramandata, nella forma della narrazione teatrale alle generazioni future .
Per il presidente della Compagnia Portuale di Livorno Enzo Raugei: “L’iniziativa del 18 Aprile ai 4 Mori organizzata dall’Associazione Achab sulla storia della Compagnia Lavoratori Portuali e la città ci ha emotivamente coinvolti ed abbiamo accolto molto positivamente la finalità di far conoscere alle nuove generazioni cosa ha significato la Compagnia per il porto e più in generale per la città. Nel suo percorso evolutivo la Compagnia è divenuta sempre di più punto di riferimento per la città, marcando un forte legame con il territorio e le Istituzioni. Ha puntato a fare del Palazzo del Portuale un luogo di cultura con l’apertura della biblioteca e delle attività del cinema 4 Mori. Forti sono stati gli interventi in ambito sociale e solidaristico, non solo con la città ma anche in ambito nazionale. La Compagnia oggi, con il superamento della riserva, non ha più la centralità del lavoro in porto, ma ha sviluppato un forte profilo imprenditoriale attraverso la partecipazione all’impresa terminalista CILP, oggi seconda impresa portuale per fatturato e personale, e alla controllata Livorno Reefer, unica azienda portuale che tratta stoccaggio di frutta esotica a temperatura controllata. Continuiamo quindi a mantenere un ruolo di riferimento per il lavoro e lo sviluppo delle attività portuali, frutto della nostra storia e di quello che per decenni abbiamo significato.”
LO SPETTACOLO
Il progetto teatrale guarda alla valorizzazione di una memoria storica fondamentale per Livorno: quella delle vicende, strettamente intrecciate con lo sviluppo della città, della Compagnia Lavoratori Portuali (CLP), dalla sua nascita fino alle trasformazioni successivi ai “decreti Prandini” del 1989 e alla nascita della CPL e della CILP.
Da mero strumento di gestione della manodopera portuale in epoca fascista, la Compagnia si è prima configurata come soggetto rilevante della rinascita democratica della città e poi affermata con un suo autonomo ruolo di soggetto imprenditoriale.
Nel corso del tempo ha sempre rivolto il suo sguardo all’esterno, cercando e trovando una strettissima relazione con la città, del cui tessuto sociale per lunghi anni è stata parte integrante, anche grazie ad una costante partecipazione alle sue attività sociali e culturali.
Dunque, ripercorrere la storia di questo soggetto socioeconomico cittadino significa comprendere i motivi dello stretto legame tra il porto e la sua città, gettare una luce sul ruolo fondamentale, non solo a livello operativo, ma anche sociale e culturale, giocato dalla Compagnia, comprendere lo sfondo politico su cui quest’azione ha potuto svilupparsi e dare valore alla funzione svolta per lo sviluppo dello scalo labronico.
Parlare della Compagnia significa anche parlare di lavoratori e lavoratrici che puntarono sull’autogestione per costruire il loro futuro di riscatto sociale e le cui pratiche dell’agire si sono estese col tempo dal lavoro alla politica economica, agli indirizzi politici, al sapere e alla cultura.
Lotta antifascista, sostegno agli emarginati, ai più deboli e ai lavoratori di altre categorie, impegno politico e sociale, formazione: sono questi i punti fermi dell’azione svolta – così come li ha descritti Italo Piccini – dai lavoratori portuali nell’arco degli oltre quarant’anni intercorsi dalla fondazione della Compagnia nel ’47, alla fine del suo ruolo di esclusivista con i decreti prandiniani dell’’89.
E proprio Piccini, il Console che guidò la Compagnia dal ’63 all’89, ricordava, ormai 25 anni fa, che questi uomini e queste donne “da prestatori di manodopera sono diventati imprenditori, dall’uso delle proprie braccia sono passati al possesso dei mezzi di produzione, dai livelli culturali più bassi sono arrivati ad una costante preparazione professionale, dalla coffa ai sistemi tecnologicamente più avanzati”.
Lo strumento artistico con il quale questa storia viene raccontata è quello con cui l’Associazione Achab lavora da ormai quasi trent’anni: il teatro. In particolare, si tratta in questo caso di “teatro di narrazione”, cioè di quella particolare forma di messinscena che si affida al racconto di un singolo attore.
Attraverso la sua interpretazione il pubblico ascolterà le voci dei lavoratori, rivivrà le loro vicende e quelle della città e della sua inscindibile relazione con il porto. Non si tratterà di un semplice racconto dei fatti, ma di un continuo entrare e uscire dalle situazioni in cui l’attore accompagnerà il pubblico passando continuamente da narratore oggettivo a personaggio/personaggi. E a sostenere, come un secondo personaggio, la narrazione, la fisarmonica del Maestro
Lo spettacolo è realizzato con il contributo di Nuovo Teatro delle Commedie, Unicoop Tirreno e Cooperativa Itinera. Nel foyer del teatro Quattro Mori sarà possibile trovare il bilancio sociale del 2022 che rendiconta l’impegno sociale di Unicoop Tirreno nei territori. Cooperativa Itinera distribuirà a tutti gli intervenuti un coupon di sconto per l’accesso al battello da utilizzare nell’arco della stagione estiva.
Ricerca storia, ideazione, scrittura, regia e messinscena sono state curate da Gabriele Benucci e Fabrizio Brandi. I due hanno già lavorato insieme per gli spettacoli “Otto con” e “Caprilli, il cavaliere volante”.
L’Associazione culturale Achab ha prodotto nel corso degli anni diversi spettacoli, la cui scrittura è sempre stata affidata a Gabriele Benucci, incentrati su personaggi o tematiche strettamente collegate alla cultura e alla storia della città. Tra gli altri,
“Ex Voto” (2004) Spettacolo per testo in rima e canzoni; “Moresca” (2006) Spettacolo realizzato nell’ambito del progetto Interreg IIIa “Mores” sulla figura di Pietro Tacca autore del gruppo monumentale dei Quattro Mori; “Testa di rame” (2010) Testo di narrazione di Gabriele Benucci e Andrea Gambuzza sulla figura del palombaro all’indomani della Liberazione; “Intervista impossibile alla madonna di Montenero” (2010) Spettacolo brillante di Gabriele Benucci; Otto con” (2014) spettacolo di narrazione sull’equipaggio livornese di canottaggio degli Scarronzoni; “Caprilli: il cavaliere volante” (2022) spettacolo di narrazione di Gabriele Benucci dedicato alla storia di Federico Caprilli, il più importante teorico dell’ippica moderna. Con Fabrizio Brandi; 1921.MILLENOVECENTOVENTUNO, testo di Gabriele Benucci sulla scissione del partito socialista e la nascita a Livorno PCI. Con Alessandro Benvenuti. Teatro Goldoni, dicembre 2021.