Per ricordare i cento anni dalla morte di Giacomo Matteotti martedì 12 novembre, alle ore 21, in Goldonetta la Compagnia teatrale dell’associazione ACT presenta lo spettacolo Il mio nome è tempesta. Il delitto Matteotti di Carmen Sepede con la regia Emanuele Gamba interpretato dagli attori di esperienza teatrale e cinematografica Diego Florio, Marco Caldoro, Giorgio Careccia, Domenico Florio, Mauro D’Amico.
Ci sono eventi che cambiano profondamente la storia. Eventi per i quali c’è un prima e c’è un dopo. Il delitto Matteotti è uno di questi. Una delle pagine più drammatiche e significative della storia del nostro Paese. Questo spettacolo si rivolge sia alle scuole, per far conoscere agli studenti un avvenimento che ha segnato in maniera profonda la storia italiana del Novecento, che a un pubblico adulto, per stimolare la riflessione sui grandi temi del fascismo e dell’antifascismo, della lotta e della propaganda politica, sulla libertà di parola e sulla libertà di stampa. Battaglie che Giacomo Matteotti ha combattuto tutte. Matteotti ricopre un ruolo principale nella storia del nostro paese – spiega il regista Gamba – e questo spettacolo intende riconoscere e ricordare la statura di un deputato della Repubblica che ha giganteggiato per impegno e forza. Ricostruito con una struttura a metà fra un giallo, un noir e una spy story, “Il mio nome è Tempesta. Il delitto Matteotti”, narra lo scontro tra fascismo e antifascismo, fra una dittatura nascente e una visione altra del mondo, finalmente democratica e plurale. Intorno ai due massimi competitors, Mussolini e Matteotti, due umanità, quella della maggioranza e quella dell’opposizione si fronteggiano e si sfidano, incrociando trame di palazzo a strategie parlamentari. È un grande onore riascoltare, oggi, le parole/pietre di Giacomo Matteotti, la cui morte, il cui sacrificio non sono stati vani e anche questo nostro spettacolo lo testimonia con passione e orgoglio.
Il 10 giugno 1924 il deputato del Partito socialista unitario Giacomo Matteotti, “Tempesta”, come veniva chiamato per il suo carattere irruento e coraggioso, fu rapito a Roma e ucciso da un gruppo di squadristi fascisti, guidati da Amerigo Dumini. Il suo corpo, sepolto frettolosamente, fu ritrovato solo due mesi dopo, in un bosco alla periferia di Roma. Appena dieci giorni prima del rapimento, il 30 maggio 1924, nel suo celebre intervento alla Camera dei Deputati, Matteotti aveva attaccato duramente Benito Mussolini, denunciando i brogli elettorali, le intimidazioni e i pestaggi che avevano caratterizzato le votazioni del 6 aprile 1924, che avevano portato al potere il Partito fascista, arrivando a chiedere l’annullamento delle votazioni. Una sfida diretta al Duce, che era rimasto ad ascoltarlo con sguardo truce nell’aula di Montecitorio senza pronunciare una parola. “Il mio discorso l’ho fatto – le parole che Matteotti rivolse ai compagni di partito al termine dell’intervento – Ora voi preparate il discorso funebre per me”. Parole che, rilette oggi, suonano come una profezia. Matteotti sapeva di rischiare la morte? In maniera parallela all’attività politica, da giornalista, il deputato aveva denunciato una vicenda ancora più scottante: le presunte tangenti pagate dalla compagnia americana Sinclair Oil per ottenere la concessione delle trivellazioni petrolifere in Italia. Un dramma e un giallo, quello ricostruito in questo spettacolo teatrale “Il mio nome è tempesta. Lo spettacolo, anche per il profilo culturale e didattico, ha ottenuto per la sua valenza la coproduzione della Fondazione Molise Cultura e il Patrocinio della Fondazione Giacomo Matteotti di Roma,l’opera teatrale si è aggiudicata il ‘Premio Matteotti 2022’ bandito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Ingresso: Posto unico numerato € 10