Schizza in alto il prezzo dell’energia, con aziende di diversi settori preoccupate dalle conseguenze e il rischio che i rincari possano frenare la ripresa e il Pil che era tornato a crescere. La giunta toscana ha deciso così di dar vita ad un osservatorio, per monitorare la situazione ed offrire, con il supporto di Irpet (l’istituto regionale per la programmazione economica), i dati necessari per disegnare politiche dedicate.
Un occhio alla tenuta dell’economia – e i prezzi finali per le famiglie – e l’altro sulle emissioni in atmosfera e la transizione ecologica verso fonti rinnovabili.
Dall’industria del vetro alla carta, dalla chimica alla siderurgia numerose sono le incertezze per il futuro, su una partita che si gioca essenzialmente sui tavoli internazionali dove tensioni geopolitiche – ma anche squilibri tra domanda ed offerta o fattori legati ad una transizione energetica già in atto, maggiori tasse sulle fonti fossili e limiti produttivi delle rinnovabili – hanno fatto impennare i costi. Del gas, ad esempio. Un quadro complesso e in evoluzione.
Eugenio Giani
“Alcune aziende sono già di fronte alla scelta di dover spegnere i forni e mandare in cassa integrazione i propri dipendenti, con alte probabilità di non poter ripartire. Altre non sono neanche in condizione di spegnere temporaneamente i forni, se non al prezzo di danneggiarli irrimediabilmente. La nuova disciplina europea in materia di aiuti di Stato a favore del clima prevede la possibilità di concedere sgravi alle industrie energivore esposte alla concorrenza extra-Ue”
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