di Giorgio Billeri
Ma babbo Natale non aveva la barba bianca? No, i tempi sono cambiati: adesso ha la barba nera, la casacca numero 17 e viene da Reggio Emilia, non più da Rovaniemi. Davide Bonacini, con slitta e renne, recapita idealmente il suo regalo nei caminetti dei 2.500 tifosi e la Pielle porta a casa una vittoria romanzesca, nella partita più difficile della stagione. Perchè senza Leonzio, terminale del gioco di Campanella, tutto cambia: il modo di attaccare,. le rotazioni, le certezze. Ma c’è Babbo Bonacini, che canta e porta la croce (23 punti) e, insieme alla mano fatata di Venucci, fa rialzare la Pielle stanchissima , stremata come Dorando Pietri a Londra 1908, quando un giudice pietoso lo aiutò a tagliare il traguardo. Cassino naviga nei bassifondi, ma con le rotazioni in più se lì’è giocata fino a pochi minuti dalla fine, quando si trovava ancora a stretto contatto. Poi la difesa di Campanella, le magie di Bonacini, le triple di Venucci, la grinta di tutti gli altri hanno impacchettato un regalone, che consente alla Toscana Legno di trascorrere due giorni almeno al secondo posto della classifica: una piccola grande impresa.’ la partita più difficile della stagione. Cassino, certo, è ultima in classifica, ma la Pielle deve giocare contro se stessa, la malasorte, l’esiguità delle rotazioni. Senza o 20 punti assicurati di Leonzio (e senza Zahariev, anche se non fa più notizia), la squadra è ridotta all’osso, Campanella si traveste da Mago Merlino e rovista nello scaffale delle pozioni per trovare le alchimie giuste: rotazioni massicce, continue, per evitare la scure dei falli e lasciare la squadra sempre nella giusta pressione. La gente del Palallende capisce le difficoltà di questi ragazzi e canta: non c’è un momento senza il sottofondo d’amore del pubblico. Bonacini fa il boia e l’impiccato, regia e punti, one man show di un talento che vola alto, sopra questa categoria: Auletta, tecnico laziale, gli costruisce intorno una gabbia d’acciaio ma il Professore reggiano, come Houdini, evade e colpisce. 17 punti nel solo primo tempo, sei falli subiti: un’iraddidio che trascina i compagni. Ognuno porta il suo mattoncino: Donzelli, re del lavoro sporco e delle palle senza un padrone, è un Califfo sotto le plance, Venucci confeziona quattro punti e un assist immaginificoi, l’atipicità di Paesano sigilla i primi minuti. Cepic trova una triplona dall’angolo, Del Testa e Campori fanno a sportellate col mondo. Insomma: la Toscana Legno si libera pian piano della compagnia di Cassino, tenuta a galla dall’abilità balistica del tedesco Beck e da qualche movimento spalle a canestro di Riva: all’intervallo è 40-31 e risuona “Eye of the Tiger”, dalla colonna sonora di Rocky: sì, questa Pielle nei primi 20′ ha qualcosa di Balboa. Resistenza, coraggio, spirito di sacrificio, 27 rimbalzi a 12, dato che dice molto. Ma la scalata è dura, durissima: pensi di aver piantato bene il moschettone, ma scivoli e torni più in basso. La zona di Cassino, qualche palla persa, qualche errore banale ed ecco Cassino rientrare, forte della sua rotazione più ampia, con un parzialone di 14-4 (46-45). Vedovato si fa pescare in attacco nel suo quarto fallo e per Campanella la partita diventa un cubo di Rubik da spaccarsi la testa. Un guizzo di Campori riporta tutto in parità (52-52) sotto lo striscione dell’ultimo chilometro, e per la gente piellina si profila un altro finale spaccacuore. Per fortuna che c’è Babbo Natale, con il suo 17 sulla schiena: regali per tutti. Merry Christmas.
TABELLINO
PIELLE: Venucci 12, Campori 7, Bonacini 23, Donzelli 7, Cepic 4, Del Testa 3, Paesano 10, Vedovato 8, Baggianii, Leonzio. CASSINO: Truglio 3, Korsunov 8, Boev, Saladini 2, Beck 14, Ghigo 8, Spadon, Todisco, Mastrocicco, Riva 11, Conte 7, Teghini 11.
LA CLASSIFICA: Roseto 32, Herons e Pielle 22, Ruvo, Gema, Luiss Roma, Virtus Roma 20, Jesi, Caserta, S. Antimo, Fabriano 16, Piombino 14, Ravenna, Chiusi 12 Salerno 10, San Severo, Rieti, Latina, Cassino 8.
Foto:Simona Marzi