di Giorgio Billeri
E dove vuoi cantare, dove vuoi ballare, dove vuoi goderti la vita se non qui, patria del liscio e del bel vivere? Nella balera di Ravenna la Pielle salta e gode insieme ai suoi incredibili 200 tifosi, che teletrasportano il Palamacchia a 300 chilometri di distanza. Vince, la squadra di Campanella, offre un clinic gratuito di difesa, di applicazione, di intelligenza tattica. Soprattutto, fa intravvedere per la prima volta delle potenzialità infinite: con il rientro di Leonzio ha dieci titolari da ruotare, uno straniero vero, anzi verissimo (Hazners), e tanta autostima da giocarsi nella roulette del campionato- Vittoria bella e importante, contro una squadra non irresistibile ma anche all’andata aveva gelato via Allende. Qui invece, primi 10’ a parte, non c’è stata davvero storia. E adesso sì, la Pielle fa paura al campionato, forte e chiaro.
L’importanza della pazienza, virtù teorizzata da S. Agostino e fatta propria, più prosaicamente, da Federico Campanella. Aspettare che la buriana passi, mettersi lì, in difesa, rimboccarsi le maniche quando le cose non vanno come vorresti. La Pielle, infatti, come accaduto altre volte parte col motore imballato e sputacchiante. Ravenna, invece, sembra la Jugoplastika e nella piccola palestra di casa trova la via di Damasco, anzi del canestro. Il tecnico livornese disegna una difesa collassata nell’area colorata, schiacciata sul totem Crespi, e i romagnoli si divertono con gli scarichi dall’arco dei tre punti: Gay e Casoni stanno lì, beati al tiro a segno del luna park, e fanno male. Pazienza, pazienza: il 19-14 del primo tempino non è un dramma. Basta aspettare, S. Agostino avrebbe dovuto fare il coach. La Pielle, per la prima volta in stagione, ha dieci-titolari-dieci da ruotare sul tappeto verde della partita e il tourbilllon di cambi funziona. Bonacini inizia a graffiare, Venucci trova il canestro, ma soprattutto esce dalla panchina il lettone dagli occhi di ghiaccio, la carabina del Baltico, Hazners, che esce dai blocchi come da manuale e mette tre triple da assassino, torna anche Leonzio che torna a far canestro, Donzelli fa legna e dispensa rimbalzi mentre dall’altra parte la zona Campanelliana sparge granelli di sabbia nei meccanismi di Ravenna, che inizia a vedere il canestro piccolo come una moneta da 50 centesimi e non la mette più. Insomma, un parziale-monstre di 27-10 che manda la Pielle a prendere un thè caldo a più 12 (29-41), mentre il popolo biancazzurro se la gode, canta e balla nella patria del liscio.
Il resto è una lunga, lunghissima lezione di difesa da parte di Campanella al collega romagnolo. Ravenna è come una falena disperata che sbatte contro la pareti del bicchiere dal quale non sa uscire. La Pielle gestisce, sbaglia qualcosina di troppo in attacco, anche per qualche concessione arbitrale che punisce oltremodo soprattutto Paesano. Vantaggio che oscilla tra diciotto e dodici punti, poi Ravenna decide di giocarsi il tutto per tutto con conclusioni velocissime. 53-59 con parziale di 14-0, partita che si incarognisce ma c’è il professor Bonacini, ancora di salvezza con un’azione da tre punti (53-62) e poi Cepic, l’uomo del destino, che ne mette cinque di fila che profumano di sentenza inappellabile (53-67 a 4’30”). La tripla del Baltico di ghiaccio fa scorrere i titoli di coda.Doveva, poteva finire solo così: qui si canta, qui si balla. Questa è la Romagna, questa è la Pielle. Finisce 60-76.
TABELLINO
RAVENNA: Allegri, Dron 8, Ferrari 8, Munari 2, Montefiori, De Angeli 6, Crespi 8,Trtvshnyk 3, Brigato 3, Gay 7, Casoni 15.
PIELLE: Paesano 2, Cepic 8, Hazners 18, Venucci 9, Campori, Del Testa, Donzelli 11, Vedovato 4, Leonzio 4, Bonacini 20.
Foto: Simona Marzi