6,5 Klyuchnyk. Tripla e morbido jump, ma l’impatto non è ancora quello che la gente piellina si aspettava. Fisicamente appare ancora indietro, il passo pesante, uno con quella struttura ha bisogno di lavoro indefesso in palestra per tornare competitivo. 7 punti e 4 rimbalzi.
5,5 Bonacini. Una battaglia con se stesso, con quel canestro che non arriva più: qualche settimana fa segnava anche bendato, adesso vede il ferro con il diametro di una moneta da dieci centesimi. 1/6 e un solo assist.
6,5 Venucci. Un soldato: quando Campanella gli affida le chiavi della squadra, tende a fare la cosa giusta. Cassino lo segue come un evaso da Alcatraz, con Conte che non lo fa respirare, ma mette le quattro triple quando la barca sembra affondare.
7,5 Leonzio. In attacco, nel primo tempo, è baciato dalla Musa del canestro: penetrazioni, jump da due e da tre, un’iradiddio che né Beck né Saladini sanno arginare. Poi cala, perché attorno a lui si stringe una gabbia e quelli di Cassino iniziano ad andarci pesante. Un altro ventello, il finale è tutto suo.
6,5 Campori. La missione è arginare prima Beck, che in attacco è un marziano per la serie cadetta, e poi Ghigo, sfrontato ragazzino che sa metterla dentro. Il capitano allunga le sue chele in difesa, e trova anche 5 punti che riaccendono la fiammella.
6 Del Testa. Un bel back door, una tripla, una recita sempre dignitosa in difesa, dove c’è da smettere il frac per indossare la tuta sporca di grasso.
5,5 Vedovato. Contro Riva, che è grosso ed ha mestiere, uno scontro ad altissimo tonnellaggio. Ha il merito di restare mentalmente nella partita, ma i movimenti per liberarsi al tiro sono sempre molto, troppo macchinosi. Sette rimbalzi.
5 Hazners. Uno scampolo da comparsa nel primo tempo per il lettone, una tripla e poco altro.
6 Donzelli. Benino in attacco, dove è troppo potente per essere marcato da un piccolo e troppo veloce per i lunghi laziali. Ma in difesa lascia troppi spazi ai lunghi laziali.
5,5 Cepic. Spiccioli per far rifiatare i lunghi.