di Giorgio Billeri
Campanella d’allarme. Forte e chiara. Forse due indizi non bastano per fare una prova, ma non ci vogliono Maigret e Montalbano per svelare l’arcano: la Pielle non è ancora una squadra, una creatura compiuta. Ha potenzialità, ha una cilindrata che si intravede sotto la carrozzeria ma il motore si aziona con difficoltà e raramente romba a pieni giri. E soprattutto la squadra concede molto, troppo, quando la valvola della concentrazione si allenta. Dopo Ravenna, Chieti (finale 79-73 per gli abruzzesi): due sconfitte che non solo ridimensionano la classifica, adesso anonima nella tonnara delle terre di mezzo, ma che soprattutto alzano il velo sui patemi, sui dolori di crescita della Toscana Legno, anche a livello di approccio mentale sulla partita al di là delle assenze, seppur pesanti. Una difesa che nei primi 10 minuti concede 9 triple a Chieti (alla fine saranno l’enormità di sedici), formazione “normale” che stasera sembrava un incrocio tra i Boston Celtics e la Jugoplastika anni Settanta: dall’8-8 al 31-12 in un amen, con la Pielle costantemente in ritardo nelle uscite e confusionaria anche sotto le plance. Partita decisa? Non ancora, perchè pian piano, con pazienza certosina, con la classe di Leonzio e il cuore che fa provincia di Paesano, chiamato a sostituire l’infortunato Donzelli, i livornesi hanno rosicchiato pian piano terreno, pur sbagliando carrettate di liberi e incaponendosi spesso in soluzioni avventurose. Chieti però è tornata su percentuali umane e la Pielle, all’alba del terzo quarto, con Paesano è tornata a vedere le stelle, stringendo finalmente anche le maglie in difesa. Le triple di Venucci e Del Testa hanno ricucito lo strappo a meno tre (60-57) al suono della terza sirena, fino al meno due firmato da uno sprazzo di Vedovato a 7 minuti dal the end. Dall’altra parte però c’era un satanasso che a Livorno conoscono bene, Costantino Bechi, che in uno stato di beatitudine cestistica (anche per i suoi trascorsi alla Libertas) ha firmato la partita balisticamente perfetta, con due triple nel momento chiave del match. Leonzio, partita in chiaroscuro la sua, ha spedito sul ferro la tripla del possibile meno uno, imitato subito dopo da Del Testa. Una maledizione, una partita sempre a portata di mano ma sfuggente come una dispettosa anguilla. Tre errori in serie della Pielle e dall’altra parte Bechi e Van Ounsem hanno messo la pietra tombale su una partita nata malissima e finita in un oceano di rimpianti. E adesso? Adesso Roma, domenica, nella tana di una big del girone. Forse con Donzelli, e per Zahariev chissà: anche ieri 40′ di panchina per il bulgaro, che sta diventando un vero mistero. Uno dei pistoni bloccati di un motore di Formula 1, ma che soffre e sbuffa come quello di un’utilitaria. Urge un meccanico, e magari un pò di fortuna.
CHIETI: Tommasini 11, Vettori 7, Bechi 15, Van Ounsem 15, Hadzic 11, Maiga 9, Sinagra, Bianco 3, La Storia, Del Sole, Serafini 8, Ciommo. PIELLE: Venucci 10, Paesano 12,Leonzio 18, Bonacini 6, Vedovato 11,Del Testa 6, Cepic 7, Campori 3, Zahariev, Donzelli, Simonetti.
Foto: Simona Marzi