di Giorgio Billeri
JESI: Vettori 13, Cena 22, Carnevale, Tamiozzo, Ponziani 2, Bruno 10, Egbende, Di Emidio 9, Valentini 2, Berra 2, Zucca 14, Petrucci 11.
PIELLE: Cepic 8, Bonacini 3, Venucci 13, Del Testa, Donzelli 12, Campori 5, Leonzio 14, Vedovato 4, Hazners 11, Paesano.
Annegare nella malinconia. Nell’impotenza, nel vorrei ma non posso. Questo lo stato d’animo del popolo piellino al termine dell’ennesima domenica nera di questa stagione più aspra che dolce. Serve una sterzata, certo. Serve una scossa tellurica. Serve qualcosa (mercato, chissà, o una robusta seduta di autoanalisi) perché così si sprofonda nell’anonimato e si rischia davvero l’accesso diretto ai playoff, privilegio delle prime sei.
La Pielle non c’è più. Svanita, evaporata. Terza sconfitta in striscia, squadra ben oltre l’orlo della crisi di nervi. A Jesi, contro una General Contractor onesta, quadrata, niente di più, arriva un’altra lezione che brucia sulla pelle. Un ko senza remissione, senza scusanti: neppure la difesa di Campanella, un tempo Vallo Atlantico che respingeva le truppe nemiche, funziona più. Sull’attacco, stendiamo un velo pietoso: forzature in serie, palle perse al limite dell’assurdo, e mai una circolazione di palla capace di produrre un tiro aperto: sembra che la Toscana Legno non abbia più la forza mentale di uscire dallo scantinato in cui si è rinchiusa. Arriva, nel secondo quarto, il solito parziale tagliagambe, con la Pielle sta resta lì, gli occhi vuoti, il linguaggio del corpo perdente, i cambi che non incidono. Bonacini, il Comandante dal quale dipendono i destini, sembra suo cugino di terzo grado, Venucci forza, i lunghi fanno confusione. Dal 14-16 del primo intervallo arriva la tempesta perfetta, una grandinata di triple, di penetrazioni che si abbattono come onde giganti sul povero scoglio livornese. I 60 coraggiosi, loro sì impagabili, che hanno tagliato l’Italia per raggiungere Jesi si guardano increduli: Bruno, Cena, D’Emidio, Zucca e il nuovo innesto Vettori, non certo i Los Angeles Lakers, malmaldeggiano senza opposizione: all’intervallo lungo è 45-34, grazie a una fiammata di Hazners (il solo da salvare insieme a Leonzio) che ricuce almeno parzialmente il baratro. Jesi tira con il 61%, la Pielle con un triste 36%.
Il resto del match è una lunga discesa agli inferi, un’agonia verso la sirena finale. Cepic cerca lo strappo individuale, ma dalla parte opposta Jesi è baciata dalla musa del canestro e inferisce con le triple, quasi umilianti per una difesa, quella livornese, ferma sulle gambe, sempre sorpresa dagli scarichi in angolo dei marchigiani. 73-52 alla penultima sirena, game, set and match.Anche se nel garbage time la Pielle trova qualche acuto per limitare i danni. Magra soddisfazione. Finisce 85-72.
LA CLASSIFICA: Roseto 48, Gema 38, Ruvo 36, Luiss 34, Virtus Roma 32, Pielle 32, Herons 32, Chiusi 30, Jesi 28, Caserta 24, S. Severo 22, S.Antimo 22, Ravenna 22, Piombino 20, Chieti 18, Cassino 18, Salerno 18, Latina 12, Rieti 10.
Foto archivio di Simona Marzi