di Giorgio Billeri
Una piccola, grande impresa. La Pielle si scava una buca, sembra finita, impotente. Sembra un film già visto, come a Sant’Antimo, Fabriano, Jesi. Ma stavolta no, stavolta gli Dei del canestro strizzano l’occhio alla Toscana Legno, ne premiano la resilienza, il carattere, la voglia. Finale strappacuore, ultimi quattro minuti da grande squadra, difesa e attacchi finalmente ragionati: Leonzio show, freddo come i ghiacci dell’Antartide, e tutta la squadra a fare argine al disperato tentativo di Cassino. Successo di enorme peso, non solo per la classfica ma per l’autostima, la consapevolezza di saper soffrire tutti insieme, da squadra. Primi dieci minuti da squadra vera, poi il tunnel, le tenebre: fare canestro ogni volta è un Mortirolo, la manovra si arena, nella testa succede qualcosa. Mentre dall’altra parte squadre tecnicamente modeste si trasformano nei Boston Celtics e fanno canestro anche dagli spogliatoi. Il problema delle Pielle, viene da pensare, è soprattutto mentale: quando la partita si fa dura, quando i colpi volano, quando c’è da combattere, questa squadra soffre. Ma in finale ha detto, ha scritto una storia diversa. Finalmente, era ora.cato.
Leonzio parte come Drazen Petrovic, con 11 punti in un amen, Donzelli arpiona ogni cosa voli in aria, gli altri difendono allo spasimo e Cassino, a parte le fiammate di Beck, che in B è davvero un’arma impropria, è costretta a prendersi tiracci senza speranza allo scadere. 13-20 alla prima sirena, con i 50 arrivati da Livorno che dominano la battaglia acustica sugli spalti. Ma poi Cassino la mette sulle sportellate e la Toscana Legno, come troppo spesso le è accaduto, perde i riferimenti e si deprime: mai alzare le mani dal manubrio, in serie B se smetti di pedalare la salita ti condanna. Si va all’intervallo sul 36-33 per Cassino, con un parziale di 23-13 che fa infuriare Campanella. Non che alla ripresa vada meglio, anzi: l’intensità di Cassino è doppia, i laziali prendono fiducia, entusiasmo mentre la Pielle si ostina a concludere da lontano, ed è il festival del ferro: incredibile ma vero, la Pielle è sotto di otto. Con le triple, i biancazzurri restano in linea di galleggiamento all’ultima sirena (54-49). Campori riaccende la fiamma, la Pielle rimonta fino a meno 3, ma i laziali hanno la garra, si buttano su ogni pallone, Beck continua a bruciare la retina. Leonzio e Cepic ricuciono lo strappo (68-68), Donzelli dalla lunetta fiorma il più 1, il solito Beck gela tutti da fuori. Arrivo in volata. Leonzio dalla lunetta riporta la Pielle avanti, poi con un “cameriere” mancino sigilla il più tre a nove secondi dalla fine. Cuore in gola. Tiro libero di Riva, poi la grande difesa, la vittoria. Sudata, bellissima. Con gli applausi per quei 50 innamorati che si sono sciroppati altri 1000 chilometri: loro sì, se lo meritavano.
CASSINO: Beck 26, Boev, Riva 9, Ghigo 6, Conte 8, Pontone, Truglio, Korsunov 12, Mastrocicco, Teghini 10, Todisco, Saladini.
PIELLE: Bonacini 2, Leonzio 20, Campori 8, Hazners 5, Klyuchnyk 7, Venucci 12, Cepic 1, Vedovato, Del Testa 5, Donzelli 13.
Foto: Simona Marzi