di Giorgio Billeri
ROSETO: Durante 2, Sacchetti 7, Guaiana 12, Zanier, Traini 13, Tiberti 23, Dellosto 3, Pastore 10, Donadoni 14, Stankovic 2, Austikalnis 18.
PIELLE: Venucci 14, Cavaliere, Sinagra, Klyuchnyk 2, Cepic 14, Vedovato, Campori 15, Bonacini, Del Testa 3, Leonzio 18, Hazners 13, Lucarelli 9.
Cronaca di una sconfitta annunciata. Tre quarti di assoluta dignità, poi il finale per la Pielle somiglia a una ritirata di Russia. La spia della benzina che si accende, e davanti al talento di Roseto, formazione solo per caso in serie B, dotata di tonnellate di talento, arriva un ultimo quarto in affanno totale, che disegna un divario eccessivo rispetto a quello che il match aveva espresso fino a quel momento. Finisce 104-88. Peccato, perché la Pielle aveva mostrato un volto confortante almeno per 30 minuti: tanto cuore, tanta voglia, bagliori in attacco che da tempo non si vedevano. Ma nella tana della capolista, vogliosa di rivincita dopo il ko dell’andata al Palallende, non è bastato. Lo spettro dei play-in si fa concreto: ci vorrà un piccolo miracolo, due vittorie con Latina e Chiusi e almeno un passo falso degli Herons Montecatini nelle ultime due partite per evitare alla Pielle il turno preliminare, contro Chiusi, Jesi o Fabriano, e quel settimo posto che odora di beffa. Un purgatorio dantesco, che all’inizio di questa tribolata e contraddittoria stagione in pochi avrebbero pronosticato e chi ha il biancazzurro nel cuore vorrebbe evitare. Resta un barlume di speranza, la matematica lascia uno spiraglio aperto, ma certo adesso la salita si fa dura, durissima sotto i pedali e il destino non dipende soltanto dalla banda di coach Turchetto. La speranziella si era riaccesa con le notizie che arrivavano da Lucca, dove gli Herons faticavano contro Ravenna, avanti anche di venti: ma nel finale, proprio all’ultimo tiro, i termali hanno ribaltato la situazione. E così resta dura, durissima.
Roseto, già matematicamente prima da tempo immemore, nelle ultime partite aveva giocato in pigiama e ciabatte, reprimendo a fatica uno sbadiglio. Non oggi, non contro la Pielle che l’aveva battuta al Palallende: no, qui è tutta un’altra storia, qui urge la rivincita, il pubblico si riaccende e vuole la vittoria. Gli abruzzesi giocano lancia in resta, grintosi, correndo a cento all’ora. Ci vorrebbe una Pielle difensivamente con il sangue agli occhi, ma così non è. La Liofilchem offre spettacolo, si esalta con la sua pallacanestro-champagne. Se pressi gli esterni la palla arriva sotto a Tiberti che è lungo di talento e mestiere, e ne mette 12 solo nel primo tempo (alla fine saranno 23, troppa grazia per l’ex Piombino). Se chiudi sotto si azionano i fucilieri sul perimetro. Austikalnis, Traini, Pastore brindano con le triple, Sacchetti dottoreggia con gli assist, il play Durante ha un motorino nei tendini e quando entra fa male, Donadoni è pirandellianamente uno nessuno e centomila. Insomma, la despota del campionato fa partita vera, altro che rilassatezza. La Pielle, dal canto suo, non sfigura. Difensivamente soffre (53 punti subiti in 20’), ma in attacco trova conclusioni logiche, ben costruite. Leonzio e Hazners alzano la voce dal perimetro, Lucarelli trova bagliori del tempo che fu, Campori conferma il suo bel momento, Cepic porta bei mattoncini. Certo, l’assenza di un leader naturale come Bonacini è difficile a mascherare, Venucci come play è adattato, ma alla fine del secondo quarto il meno 9 (53-44) è comunque onorevole per la squadra di Turchetto, nonostante la scena muta dei lunghi, l’emozionatissimo ex Klyuchnyk e Vedovato, che non incidono e che chiudono con 2 punti e 8 rimbalzi complessivi, spazzati via dall’uragano Tiberti.
La Toscana Legno ha il merito di restare con la testa attaccata alla partita. Austikalnis, califfo lituano, trova un paio di fiammate di talento, ma Cepic e soprattutto Venucci, micidiale dall’arco, tengono la barca livornese in linea di galleggiamento. Per due volte la Pielle ha la palla del meno due, ma arriva qualche persa banale e proprio sulla sirena del quarto Dellosto mette una tripla fortunosa per il più dieci (77-67). Il finale è scritto. La Toscana legno non ne ha più: Vedovato, in piena confusione, continua a perdere palloni e per Roseto, specialista della transizione, si aprono celesti praterie: tripla di Sacchetti, più 15 e game over. I playoff diretti sono sempre più lontani.
Foto:SImona Marzi