di Daniele Marzi
L’immagine del giorno è l’abbraccio collettivo dei giocatori a Formisano dopo il gol di Dionisi su rigore, che alla mezz’ora del secondo tempo ha spianato la strada alla terza vittoria in campionato del Livorno, la seconda in casa dopo quella all’esordio contro la Ternana. In un sabato turbolento, iniziato con la contestazione dei tifosi alla società – durata per tutta la partita – e dopo un primo tempo soporifero, nella ripresa la squadra amaranto ha tirato fuori un minimo di orgoglio e cattiveria per avere la meglio su una Sambenedettese al di sotto delle aspettative. Sono arrivati così tre punti importantissimi: prima di tutto per la classifica, poi per il morale della squadra. Il resto, almeno momentaneamente, passa in secondo piano.
Alessandro Formisano, in sala stampa, evidenzia l’importanza della vittoria ma tiene i piedi per terra: «Penso che il successo sia meritato. Abbiamo approcciato molto bene la partita, facendo tesoro degli errori commessi contro il Campobasso, in una gara molto simile. Siamo stati lucidi nel trovare il vantaggio e nell’amministrarlo. Poi una sbavatura sul gol subito, quando pensavamo fosse fuorigioco. Nel complesso però sono soddisfatto». L’abbraccio dopo il 2-0 di Dionisi certifica l’unità del gruppo: «Abbiamo un rapporto importante fin dall’inizio del ritiro. Questi ragazzi mi sono sempre stati vicini. Una rondine non fa primavera quando si vince, ma neppure quando si perde. Se riusciamo a invertire il trend dei risultati, tutto il contesto attorno a noi può cambiare. Dobbiamo essere bravi a isolarci da tutto».
Qualità in campo dal primo minuto, con Peralta e Cioffi sugli scudi in avanti: «Ancora non siamo nella piena disponibilità di tutti gli interpreti offensivi. Questo adattamento tattico era previsto anche contro il Pineto, gara nella quale però non siamo entrati in campo lucidi. Lavoriamo su questa idea già da un paio di mesi e continueremo su questa strada».
A livello personale, Formisano non sembra troppo turbato dalle critiche: «L’esperienza che mi ha formato di più è quella di Perugia, dove sono stato scelto da un presidente contestato. Ho le spalle larghe, anche se molti mi ritengono inesperto o inadatto. Non posso fermarmi a pensare a questo. Per me la squadra è sacra e vale molto più dell’allenatore. Quando ho scelto di venire a Livorno, ho messo in conto tutto questo. Mi hanno insegnato a fare i conti alla fine e a non dare giudizi su me stesso. I conti si fanno alla fine».
Il successo con la Sambenedettese, per Formisano, può rappresentare la tanto attesa svolta:
«Non vivo l’assillo del risultato a tutti i costi. La situazione può cambiare se dimostriamo di voler lottare e se scendiamo in campo con la giusta cattiveria. Dobbiamo essere lucidi sia quando le cose vanno male, sia quando vanno bene».
Sulle condizioni di Welbeck e sul reintegro di Bonassi: «Le condizioni di Welbeck sono in via di accertamento. Ancora non abbiamo il responso definitivo, dobbiamo aspettare. Sicuramente, col reintegro di Bonassi – che avevamo tenuto ai margini con grande dispiacere – resterà fuori fino a gennaio».









