Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa a firma Daria Faggi e Paolo Gangemi membri dell’Osservatorio Trasformazioni urbane
“Francamente la notizia del via libera alla discarica irrita e sconcerta, perché ci dovrebbe essere un limite all’ignoranza.
Il motivo è semplice: poiché le cave dismesse non possono essere impermeabilizzate per motivi idrogeologici, ormai acclarati e riportati in molti documenti ufficiali e atti istituzionali e normative di alcune regioni del nord d’Italia, e viceversa il terreno delle discariche deve essere accuratamente impermeabilizzato, anche per semplici rifiuti urbani senza parlare di speciali o pericolosi, è del tutto chiaro ed evidente il motivo per cui non si possono localizzare delle discariche nelle cave, inclusa quella di Limoncino che oltretutto è già in area a rischio idrogeologico.
Nessuna sentenza può modificare questo fatto, può darsi che il torto sia della Giunta provinciale livornese e il danneggiato sia l’imprenditore, (e dunque se ci sono indennizzi da pagare si paghino e poi ci si rivalga sugli amministratori che hanno sbagliato), ma resta il fatto inconfutabile che la discarica di rifiuti urbani e industriali in una cava, non si può fare, e non si deve fare.
L’unico conferimento consentito in una cava è inerte da cantiere, insomma terra, pietrame e mattoni, ripuliti da residui di malta, legname ect.
Alcuni studi recenti particolarmente accurati e puntigliosi asseriscono che, per il conferimento di terre sarebbe necessario verificare che siano idonee alla vegetazione dell’area della cava, per garantire la ricrescita.
Ci auguriamo che una volta per tutte anche la regione Toscana legiferi in merito alla chiusura ripascimento e recupero ambientale delle cave dismesse e presenti il ricorso al Tar esprimendo il pieno sostegno al comitato contro la discarica al Limoncino”
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