In una foto il ritratto della giovane mamma, troppo presto strappata alla vita
Una fotografia, una vita. Una vita breve, ma intensa. Che ha lasciato il segno. Che ha scavato un solco indelebile nel cuore di quanti hanno conosciuto il sorriso e gli occhi di Serena Mazzoni. Oggi sono due anni esatti che Serena ci ha lasciati. Aveva appena 37 anni quando si arrese a una lunga malattia. Dovrebbe essere vietato dalla legge, chiudere gli occhi a quell’età. Serena ha lasciato la sua famiglia, soprattutto la sua meravigliosa creatura, la piccola Anna che a dicembre compirà 7 anni e che non ne è la sola e naturale prosecuzione: ne è il clone.
Guardatela bene questa fotografia. Perché in questo fermo immagine c’è tutto. Ci sono la grande umanità, la dolcezza e l’ironia di Serena. C’è il tempo cristallizzato in un momento di felicità. Quel tempo che – invece, maledetto sia – con il suo scorrere ci ha portato via questa giovane donna dal volto pulito, dai sanissimi principi: il lavoro, il ruolo di compagna e di madre, la passione per la danza. Qui c’è un’espressione gioiosa, anche sorpresa perché questa foto è così naturale che Serena non sembra neanche in posa. Sembra voler dire: ‘Che fai’? Sullo sfondo si vede il mare che quasi si confonde con il colore dei suoi occhi. C’è un grande assente in questa immagine: il sole. Forse perché la foto è stata scattata al tramonto. Eppure l’occhio non percepisce neanche l’alone arancione poetico strascico del sole che va a dormire. No. Non c’è. Ci siamo chiesti il perché e la risposta è stata immediata. In questa foto, il sole si è messo da parte. Con rispetto e discrezione. Perché il vero sole, la vera creatura che brilla di luce propria, è solo ed esclusivamente Serena.
Il ricordo è andato a quel 3 ottobre del 2022. A quella notizia che cambiò tutto generando un ‘prima’ e un ‘dopo’. Forse. Perché adesso c’è anche un ‘durante’, c’è il presente che consiste nel seguire l’esempio lasciato da Serena, nell’educazione con cui sta crescendo Anna: vivace, ma misurata. Mai un capriccio. Serena c’è. E’ in Anna. E’ nel cuore della città che non la dimentica e che nel dicembre del 2022 fu capace di raccogliere 20mila euro in una serata di danza che andò in scena al Teatro Goldoni proprio in sua memoria. Quei fondi furono devoluti all’Università degli Studi di Brescia, dipartimento di specialità medico-chirurgiche, scienze radiologiche.
Ciao Serena. Sei nel nostro cuore.