Comunicato stampa a firma segreteria PCI federazione di Livorno
“Apprendiamo con sconcerto e incredulità la presenza della fantomatica ambulanza ucraina mitragliata dall’esercito russo ed esposta dal 24 al 26 settembre alla terrazza Mascagni, a cui il Comune di Livorno ha dato il patrocinio insieme ad altre associazioni. Come comunisti lottiamo strenuamente ogni giorno contro la normalità della guerra, che grazie a questo sistema di informazione, o per meglio dire di disinformazione, ci vogliono imporre. Il tutto, legato a politiche economiche volte a finanziare e foraggiare, con l’avallo dell’Europa e dell’esecutivo italiano, un governo con chiare tendenze neo-naziste come quello ucraino che ha fatto di gente come Stephan Bandera, responsabile della deportazione di migliaia di persone, un eroe nazionale, e che addirittura incolpano la Russia, erede dell’URSS, di aver liberato il paese dai nazisti. Mentre si tagliano fondi alla sanità, alla scuola, alla sicurezza sul lavoro, ma non si taglia neppure un centesimo per le spese militari, ci troviamo immersi così in un rovescismo di valori e ricostruzioni storiche. È inammissibile che una città come Livorno, che ha fatto e fa dell’antifascismo uno dei suoi capisaldi culturali e politici, possa ospitare tale “iniziativa” farlocca promossa da una associazione che, sulla sua pagina, svela apertamente di supportare il fronte militare ucraino ed esalta il battaglione Azov (basta controllare). Chiediamo a gran voce che l’amministrazione comunale ritiri il patrocinio ad un “evento” organizzato da una “associazione” che non sovvenziona beni di prima necessità per i civili, ma direttamente le forze militari al fronte, quindi la guerra, come da loro apertamente dichiarato con foto e video. Si deve prestare estrema attenzione, laddove si dà sostegno, a nome della città – tutta – verso chi, travisato di azioni volte ad aiutare e sostenere i civili, qualsiasi essi siano, invece sostiene chi fa la guerra, che inizia nel 2014 e non dall’ <<invasione russa>> come a molti piace far credere.. Per dirla come Antonio Gramsci: vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”