Quochi, maestro artigiano trasforma il ferro in arte fabbro insignito del titolo dalla CCIAA riceve il riconoscimento in CNA
Filippo Quochi è stato insignito dalla Camera di Commercio di Livorno della qualifica di Maestro Artigiano, secondo i dettami della legge regionale 32/2002 che ne prevede l’attribuzione a chi ha un’adeguata anzianità professionale maturata in qualità di titolare o socio di un’impresa artigiana, un adeguato grado di capacità professionale, desumibile dai titoli acquisiti e un’elevata attitudine all’insegnamento del mestiere; il riconoscimento è stato conferito presso la sede CNA di Livorno.
Filippo Quochi
“Sono cresciuto credendo fermamente che le sole competenze non siano sufficienti per trasformare un buon lavoratore in un uomo ecco perché gran parte del mio essere fabbro artigiano, lo devo ai miei avi, ad un processo lungo e lento che si è articolato per almeno tre generazioni prima della mia. Il mio bisnonno paterno si alzava al mattino presto e dopo aver preso tutti i suoi attrezzi, si incamminava verso il suo lavoro di fabbro, il compenso avveniva tramite il baratto e solitamente lui otteneva generi alimentari che poi condivideva con la sua famiglia. Ricordo di essere rimasto colpito dai racconti che il mio babbo (che ancora adesso collabora con me in bottega) mi faceva quando ero piccolo su di lui, su come trascorresse le sue ore di lavoro in compagnia dei proprietari delle fattorie presso le quali si recava a fare questi lavori, immaginavo così che oltre al lavoro che sicuramente sarà stato anche faticoso, riusciva a coltivare delle relazioni umane e questo è l’aspetto a mio avviso più importante che ho visto tramandarsi di generazione in generazione, perché anche mio nonno e il mio babbo Marrico (che ancora oggi collabora con me ed a cui devo tanto) hanno sempre creato questo spazio di condivisione con chi entrava nella loro bottega. Ecco perché lavorare in rapidità non mi appartiene. Per natura sono molto curioso e questo credo sia ciò che alimenta la mia creatività, perché mi spinge ad interessarmi a tutto quello che mi circonda e quindi ad incontrare altre persone con cui confrontarmi. Il mio laboratorio di via Filzi è aperto a chiunque abbia voglia di entrare e condividere con me, un pezzo del proprio vissuto e questa è la parte che conferisce un valore umano al mio lavoro, perché prevede un’interruzione da quello che è il ritmo produttivo con tempi ben precisi, che purtroppo molto spesso ci ingloba al suo interno, privandoci del bene più prezioso che abbiamo, ossia la libertà di respirare, la possibilità di soffermarci per osservare, per pensare o semplicemente per vivere”.
Quochi, oltre a tutte le lavorazioni di tradizione fabbrile ha sviluppato negli anni la sua vena artistica, arrivando a partecipare con successo con le sue creazioni a mostre nazionali ed internazionali.