Buongiorno Livorno, Movimento 5 Stelle e Potere al Popolo hanno rilasciato un comunicato congiunto riguardante la presidenza della Commissione di inchiesta. Questo è il contenuto del comunicato:
Il comunicato congiunto
Ieri si è insediata la Commissione di inchiesta con il compito di indagare su eventuali fatti corruttivi nel Comune di Livorno in seguito a numerose indagini che hanno portato anche ad alcuni arresti.
Quello che lascia senza parole è la mancanza di rispetto istituzionale con cui il Partito Democratico tratta le opposizioni anche nelle Commissioni di Garanzia. Se in Consiglio il PD si era già assunto la responsabilità di non far passare la proposta di Commissione di Indagine che avevamo fatto come opposizioni. Oggi ha anche voluto deciderne la presidenza nonostante avessero detto che avrebbero lasciato scegliere le opposizioni, in quanto commissione “di garanzia”. Buongiorno Livorno, Movimento 5 Stelle e Potere al Popolo avevano indicato come presidente della Commissione la consigliera 5 Stelle Lucia Grassi. La Lega e Fratelli d’Italia invece avevano designato Carlo Ghiozzi della Lega.
Per il regolamento del Consiglio comunale, essendo i voti delle opposizioni in parità, sarebbe stata eletta la consigliera Grassi. A questo punto però il capogruppo del Partito Democratico Fenzi prende la parola e annuncia che non è più intenzione del PD astenersi, bensì votare compattamente il candidato leghista.
Le accuse dei tre partiti
Le giustificazioni del PD sono state un continuo arrampicarsi sugli specchi. Prima i consiglieri dem hanno detto che votare una “grillina” sarebbe stato compromettente perché il M5S ha governato per 5 anni. Come se chi ha avuto un ruolo amministrativo politico potesse automaticamente essere coinvolto in presunti episodi corruttivi dei tecnici e del personale amministrativo.
Se passasse questo concetto, il PD, che ha governato per moltissimi anni, dovrebbe forse essere ritenuto responsabile di qualsiasi eventuale fatto illegale avvenuto? O si dovrebbe invece guardare ogni singolo episodio per come si è svolto?
Ma ancora più grave è la giustificazione per cui, siccome i candidati erano due, allora il PD doveva scegliere e non più astenersi come aveva assicurato, e guarda caso, ha scelto il candidato leghista pur di non lasciare che venisse eletta Lucia Grassi, come da regolamento.
In pratica, se le opposizioni non riescono a trovare un accordo con la destra cittadina, ci pensa il Partito Democratico a far eleggere e dirigere la Commissione di indagine alla Lega.
Noi restiamo allibiti da questo atteggiamento, ma del resto non deve stupirci più di tanto tutto ciò. Parliamo di forze (PD e Lega) che, oltre ad essere insieme al Governo, anche a livello regionale hanno mostrato la loro vicinanza quando il Partito Democratico ha imposto alla presidenza della Commissione di Inchiesta regionale sulle infiltrazioni mafiose, la consigliera leghista Elena Meini.