
Con un comunicato stampa i portavoce di Potere al Popolo hanno voluto esprimere il loro disappunto per quanto riguarda le condanne nei confronti di 20 membri del Movimento.
Le condanne confermate riguardano gli eventi compresi tra il 30 Novembre ed il 2 Dicembre del 2012. Durante quelle tre giornate un “assalto alla prefettura”. Potere al Popolo ritiene questo titolo esagerato, come le condanne confermate nei confronti dei suoi membri. Inoltre il Movimento accusa l’ambiente giudiziario di voler separare cause, effetti e conseguenze.
Cosa successe quei giorni
Il 30 Novembre 2012 Potere al Popolo organizzò una protesta pacifica durante un comizio pubblico del Partito Democratico alla stazione marittima. Il Movimento sostiene che questa forma di contrasto verso il “marketing politico” del PD, sostenitore all’epoca del governo Monti, non fosse considerata accettabile anche se completamente pacifica.
Gli eventi successivi vengono definiti da Potere al Popolo come totalmente fuori luogo. In particolare si riferiscono ad episodi di cariche immotivate e violenza ingiustificata nei confronti dei manifestanti.
Il primo Dicembre le forze politiche sindacali e cittadine crearono un presidio per contestare le decisioni della questura. Questa secondo il Movimento avrebbe deciso nuovamente di reprimere il dissenso, intervenendo al termine del presidio quando la maggior parte delle persone erano già andate via.
Il giorno dopo Potere al Popolo convocò una manifestazione aperta a tutti i cittadini che diventò un vero fenomeno di massa. Durante l’episodio i cittadini livornesi espressero il loro rifiuto verso gli attacchi della polizia nei giorni precedenti e verso la repressione del dissenso attraverso la violenza.
La nuova rabbia di Potere al Popolo
Alcuni dei condannati per questi episodi appartengono al gruppo di Potere al Popolo, altri all’Ex Caserma Occupata. Questo secondo i portavoce del Movimento indicherebbe la volontà di colpire una specifica area cittadina a fronte delle migliaia di partecipanti alla manifestazione.
In questi giorni è arrivato l’ordine di carcerazione di alcuni membri di Potere al Popolo, come Giovanni Ceraolo, ex coordinatore nazionale del Movimento.
Il gruppo non è stato colpito solo dalla repressione penale ma anche da quella economica. La sentenza infatti parla di quasi 80mila euro di di spese imposte dalla corte di Cassazione. La corte avrebbe inoltre ritenuto immotivati i ricorsi degli imputati, nonostante il parere favorevole dell’accusa stessa.
Potere al Popolo denuncia quindi il fatto che il giudice non presente nel collegio e che non ha ascoltato le udienze di appello ha emesso e firmato la sentenza. Secondo il Movimento inoltre la Corte di Appello avrebbe evitato volontariamente di rispondere alle richieste degli avvocati della difesa riguardo i risarcimenti.
L’accusa stessa avrebbe dato ragione alla difesa per quanto riguarda questi temi ma i giudici della Cassazione avrebbero ignorato la cosa, reputando il procedimento regolare.
“La sentenza non rispecchia minimamente un sistema giudiziario indipendente e democratico, ma è più simile a quei sistemi controllati dalla politica che vogliono reprimere ogni voce di dissenso aggirando anche il diritto ad un processo equo.”
Estratto della parte finale del comunicato stampa rilasciato da Potere al Popolo
La richiesta finale di Potere al Popolo
Alla fine del comunicato il Movimento ha espresso la sua solidarietà verso gli imputati e ha chiesto a chi vorrà di dare un contributo economico per sostenere le spese processuali a cui i suoi membri sono stati condannati.
Per contribuire alla causa di Potere al Popolo si possono effettuare donazioni a questo link: https://www.gofundme.com/f/effetto-refugio
Oppure tramite bonifico:
IBAN: IT67J0308301610000000018331
Intestatario: CANESSA GABRIELE
Banca: UBI Banca Private Investment