Il Comune di Livorno aderisce alla commemorazione della strage di Bologna. Oggi, Lunedì 2 Agosto, l’anniversario della strage avvenuta nel 1980, il Comune invierà a Bologna il Gonfalone della Città ed esporrà a Palazzo Comunale un manifesto per non dimenticare.
Sono due le persone livornesi che hanno perso la vita a causa di quella tragica vicenda: la prima fu Lina Ferretti Mannocci, che morì nell’attentato. Successivamente morì anche il marito Rolando Mannocci, ferito gravemente e rimasto invalido, che morì successivamente ed è inserito ufficialmente nella lista dei deceduti. I loro nomi figurano tra le pietre d’inciampo che il Comune emiliano ha posto in memoria della strage di Bologna.
Quest’anno, per la prima volta, il Comune di Livorno ha aderito anche al Giorno della Memoria dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi. Questa ricorrenza della Repubblica Italiana fu istituita con la legge 4 Maggio 2007 n.56 e viene celebrata il 9 Maggio, giorno in cui fu ucciso Aldo Moro. Lo scorso 9 Maggio il sindaco Salvetti ha consegnato una pergamena a Paola e Maurizio Mannocci, figli della coppia deceduta.
Cosa successe alle vittime livornesi della strage di Bologna
Sabato 2 Agosto 1980, alle 10.25, un ordigno ad alto potenziale esplose nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione di Bologna. Lo scoppio fu violentissimo e provocò il crollo delle strutture sovrastanti le sale d’aspetto di prima, seconda classe e di circa 30 metri di pensilina. L’esplosione investì anche il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario.
Il bilancio di questa strage, la più efferata compiuta nell’Italia repubblicana, fu di 85 morti e 200 feriti. Tra queste vittime c’erano anche Lina Ferretti e Rolando Mannocci. La donna, 54 anni residente a Livorno (nata a Peccioli), insieme al marito ferroviere e dirigente della sezione Pci delle ferrovie di Livorno, si stava recando in vacanza sulle Dolomiti.
La donna rimase schiacciata sotto le macerie e morì poco dopo mentre le prime squadre di soccorso tentavano di prestarle aiuto. Il marito fu portato in salvo dalle squadre di soccorso che dovettero lavorare diverso tempo prima di riuscire a liberarlo dalle macerie. I soccorsi trasportarono l’uomo prima all’ospedale Bellaria, poi al Maggiore e quindi al centro traumatologico. L’esplosione colpì Mannocci alle spalle, provocando gravi ustioni, mentre il crollo colpì gravemente un braccio e una mano portando anche all’ipotesi di un intervento di amputazione.
La coppia, che abitava a Livorno in via Pannocchia, nella zona della stazione, era partita la mattina presto alla volta di Bologna. Lì, alle 11.30, avrebbero dovuto prendere la coincidenza per raggiungere Bolzano. I due si trovavano proprio nella sala d’aspetto dove era stato posizionato l’esplosivo.
Il dolore dopo la strage
Dopo aver appreso la notizia il sindaco Alì Nannipieri inviò al sindaco di Bologna un telegramma di commossa partecipazione dei livornesi. Il sindaco inviò anche un altro telegramma, a nome della città, ai figli della coppia.
Già dalla Domenica, avuta certezza che si trattava di un attentato terroristico, si riunirono sia la Giunta comunale che il Comitato cittadino antifascista. Mentre i sindacati dichiaravano uno sciopero generale di due ore per la mattina del Lunedì 4, dalle segreterie dei partiti partivano documenti di condanna.
Il comitato permanente antifascista, con l’appoggio del sindacato confederale e dei partiti democratici, indisse una manifestazione popolare per la sera della Domenica. La manifestazione si svolse in piazza della Repubblica e servì a dimostrare l’impegno contro le forze dell’eversione fascista, e per difendere e rafforzare le istituzioni democratiche.
Sia il Comune che la Provincia decisero di affiggere dei manifesti.
Lunedì 4 Agosto 1980, alle 10, tutti i negozi abbassarono le saracinesche, gli operai sospesero i lavori e i mezzi pubblici si fermarono per un’ora. I gonfaloni del Comune e della Provincia rappresentarono la città di Livorno durante i funerali del Mercoledì 6 Agosto, svolti a Bologna.
La salma di Lina Ferretti fu traslata, per interessamento del sindaco Nannipieri, al cimitero dei Lupi. La Giunta comunale deliberò lo stanziamento di 5 milioni di lire a favore delle vittime. All’indomani dell’attentato, infatti, il Comune di Bologna aveva costituito un fondo di solidarietà.