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Arrestati 4 uomini autori dei furti in dicembre all’interno delle abitazioni

Simona Poggianti di Simona Poggianti
7 Febbraio, 2024
Operazione Zorli

Su ordine dalla Procura della Repubblica di Livorno, i Carabinieri del Nucleo Operativo della
Compagnia di Livorno nell’ambito dell’operazione “ZORLI” hanno dato esecuzione ad
un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 uomini, di età compresa tra i 27 e i
43 anni, tutti con precedenti, gravemente indiziati di essere gli autori di 11 furti in abitazione
perpetrati nelle provincie di Livorno, Pisa e La Spezia, tra il 7 e il 19 di dicembre scorso.
I militari, d’intesa con il Sostituto Procuratore della Repubblica di Livorno titolare del fascicolo,
hanno raccolto gravi elementi indiziari ricorrendo all’analisi dei filmati di impianti di
videosorveglianza pubblici e privati, alle dichiarazioni rese in denuncia dalle vittime, nonché grazie
alle intercettazioni ambientali, a servizi di osservazione e all’esame dei movimenti bancari in uso ad
alcuni degli indagati, ricostruendo un identikit ed un modus operandi che ha indirizzato i militari
verso i presunti autori dei reati.
L’impulso che ha consentito la meticolosa ricostruzione degli investigatori dell’Arma risale all’11
ottobre 2023 quando si consuma il furto a danno di una 87enne pensionata livornese. A casa della
donna si presenta un sedicente operatore del gas che, dopo averne carpito la fiducia e averla
convinta della necessità di aprire le casseforti per scongiurare il danneggiamento del contenuto a
causa di una presunta fuga di gas, le ha sottratto monili e gioielli del valore di 30.000 euro. Le
telecamere dell’abitazione, acquisite dagli investigatori, hanno consentito di individuare e dare un
nome al presunto autore, un 43enne residente a Sarzana.
Le successive conversazioni telefoniche captate hanno poi consentito di estendere il raggio delle
indagini con il coinvolgimento di altri soggetti, due fratelli di 28 e 30 anni residenti a Viareggio e
un 27enne di Sarzana.
Per l’attività delittuosa i presunti autori avrebbero utilizzato una Fiat Grande Punto bianca,
intestata a un 44enne di residente al campo nomadi di Ciampino, utilizzata per gli spostamenti su

territorio, a cui, per evitare il collegamento con i reati commessi e guadagnarsi l’impunità,
sarebbero state apposte, mediante nastro biadesivo, targhe false replicanti quelle di auto dello
stesso modello replicate ad arte.
La scelta delle abitazioni da svaligiare sarebbe avvenuta tenendo conto della presenza o meno di
sistemi di allarme o telecamere deducendo, anche dal valore delle auto posteggiate, l’entità della
refurtiva sperata e soprattutto la presenza di “zorli”, le casseforti in dialetto sinti. Sempre dalle
indagini dei carabinieri è stato possibile accertare come gli indagati abbiano sistematicamente
lasciato i propri telefoni cellulari presso le rispettive abitazioni al fine di crearsi un “alibi digitale”.
L’arco temporale dei furti è stato accuratamente pianificato e selezionato tra le 17 e le 20 così da
poter approfittare dell’oscurità dovuta al periodo invernale per aggirarsi nei quartieri
residenziali senza essere notati sfruttando anche il fatto che, secondo loro, molte persone in
quella fascia oraria ancora non sono rientrate nelle loro abitazioni oppure escono per delle
commissioni.
Anche la scelta del guidatore della Fiat Grande Punto durante le azioni criminose non sarebbe
stata lasciata al caso, bensì condizionata dalla diretta conoscenza della rete stradale e, a seconda
della zona, lasciata al 43enne sarzanese per l’area di La Spezia e del Massetano, ovvero al 28enne
viareggino per quelle di Pisa e Livorno.
Da quanto emerso risulterebbe che gli indagati durante la ricognizione dei luoghi, si
manterrebbero in contatto con apparati ricetrasmittenti walkie talkie con cui sono riusciti a captare
perfino le frequenze radio delle centrali operative di Polizia e Carabinieri, carpendone il
contenuto. Lo scopo è fornire immediato avviso dell’eventuale arrivo dei proprietari o delle ff.oo.
al complice che si trova dentro le abitazioni.
Dopo aver individuato l’abitazione prescelta, previa ricognizione circa la presenza o meno di
allarmi o telecamere, viene suonato il campanello. La persona incaricata di suonare alle abitazioni
indossa, per mimetizzarsi, sempre la divisa di un addetto alle consegne a domicilio di un noto
marchio, con indosso anche una mascherina chirurgica per poter meglio occultare le proprie
sembianze e servendosi dei voluminosi zaini da raider per occultarvi oggetti atti allo scasso anche
ingombranti da introdurre in casa, una volta infranto il vetro dell’imposta prescelta.
In un’abitazione di San Giuliano Terme, l’8 dicembre, per mezzo di un flessibile, i malviventi
riescono ad aprire la cassaforte e ad asportarne il contenuto, consistente in gioielli e penne di
valore, non disdegnando nemmeno di arraffare l’ultimo modello di aspirapolvere di una nota
marca. Il 19 dicembre successivo, a Livorno, i malviventi, dopo aver messo a soqquadro tutto,
asportano interamente la “zorli” dal muro con tutto il contenuto di gioielli e soldi per un valore di
35000 euro.
Nella maggior parte dei colpi messi a segno, ovvero nei due su indicati, ma anche in altri due furti
a La Spezia il 7, il 9 e l’11 dicembre, a Cascina il 12 e il 18, e a Santo Stefano Magra il 14, i
malviventi asportano notevoli quantità di refurtiva, principalmente gioielli e contanti.
Solo in due casi il colpo non va a buon fine. In una circostanza riescono a tagliare la cassaforte in
un’abitazione di La Spezia il 7 dicembre, ma l’arrivo della moglie del proprietario li costringe alla
ritirata. Nell’altro caso, sempre a La Spezia il 9 successivo, devono accontentarsi di portare via
solo due controller elettronici di una nota consolle per video giochi.
Ma l’indagine si è spinta anche oltre. L’analisi dei movimenti bancari dei conti correnti del 43enne
e della moglie ha consentito di appurare che quest’ultimo, dal 9 dicembre, avrebbe avviato
un’attività commerciale di bar con sede a Sarzana con regolare partita iva.
Quello che ha insospettito gli inquirenti è stata la movimentazione di 7000 euro derivanti da due
versamenti in denaro da 3500 euro ciascuno, che sarebbero serviti per l’acquisto della licenza
commerciale. Tale disponibilità economica è apparsa quantomeno anomala considerato che il
43enne e la moglie non risultavano svolgere alcuna attività lavorativa ed essere stati anche
percettori di reddito di cittadinanza dal 2019 al 2022.
Ciò è valso al 43enne sarzanese anche un’incriminazione per autoriciclaggio per aver impiegato i
proventi dell’attività delittuosa nell’acquisto e nell’avvio di un’attività commerciale che è stata
posta sotto sequestro preventivo.
La misura cautelare emessa nei confronti di tutti e quattro i componenti sarebbe ampiamente
giustificata, secondo il GIP, sia dalla oggettiva gravità dei fatti, tenuto conto della loro

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reiterazione in un tempo veramente esiguo, sia dalla personalità criminale degli indagati, sia
dalla stringente necessità di impedire contatti tra di loro e preservare lo sviluppo delle indagini.
Anche il pericolo di reiterazione del reato è stato ritenuto dal Giudice concreto ed attualissimo.
Trattandosi di indagini preliminari, le risultanze investigative saranno successivamente verificate
nel giudizio diretto ad accertare la penale responsabilità degli indagati.

Simona Poggianti

Simona Poggianti

Appassionata di calcio e della sua città, Livorno, inizia a lavorare come giornalista sportivo alla radio e poi in TV e stampa. Ora si dedica al giornalismo online con l'amico Fabrizio Pucci a Urban Livorno. Per lei, il giornalismo deve essere utile alla comunità e far emergere le criticità, anche se ci saranno sempre degli errori commessi con la consapevolezza di aver fatto la cosa giusta.

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