Durante la notte dello scorso 29 aprile i Carabinieri del Comando Provinciale di Livorno hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Livorno, nei confronti di 10 persone di nazionalità pakistana gravemente indiziate, a vario titolo e in concorso tra loro, del reato di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”.
Fra i destinatari di ordine di cattura, oltre gli otto già in carcere, mancava all’appello un altro, un cittadino pakistano di 57 anni. Costui – a carico del quale pendeva provvedimento di cattura internazionale opportunamente richiesto dagli uomini del Nucleo Operativo e Radiomobile di Piombino che hanno condotto l’indagine – nella tarda serata di sabato è stato bloccato proprio alla frontiera aerea dell’aeroporto “Leonardo Da Vinci” di Roma-Fiumicino, volo
proveniente da Doha (Qatar). Lo stesso peraltro risulta titolare di ditta individuale coinvolta nell’ambito delle dinamiche disvelate dagli investigatori in materia di illecito reclutamento di manodopera dal CAS Le Caravelle di Rio Torto nel comune di Piombino (il Centro di Accoglienza Straordinaria Le Caravelle è estraneo alle indagini dei Carabinieri di Livorno). Al termine delle formalità di rito, il predetto è stato subito ristretto presso la casa circondariale più vicina di Civitavecchia.
Con riferimento alla recente nota indagine, denominata “Piedi Scalzi”, coordinata dalla locale Procura e condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Piombino con il supporto del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Livorno, ha consentito di ricostruire l’illecito utilizzo di manodopera posto in essere da 6 titolari di ditte individuali operanti nel settore agricolo, i quali, avvalendosi anche di altri soggetti per il reclutamento, il trasporto giornaliero e il controllo dei lavoratori, hanno impiegato, approfittando del loro stato di bisogno, 67 cittadini di nazionalità pakistana e bengalese ospitati presso il Centro di Accoglienza Straordinaria – CAS “Le Caravelle” di Piombino (LI) per la raccolta di ortaggi/olive nonché pulizia di vigneti in terreni nelle province di Livorno e Grosseto. Dalle indagini erano stati accertati gli indici di sfruttamento dei cittadini extracomunitari impiegati, rilevando l’assenza di un regolare contratto di assunzione, una reiterata violazione della normativa relativa all’orario di lavoro (con picchi di 10 ore giornaliere,
senza le pause previste) e al trattamento economico (con corrispettivi sempre ampiamente al di sotto degli euro 10,56 previsti dalla contrattazione. In un caso addirittura pari a euro 0,97 all’ora), con sistematica violazione delle norme in materia di sicurezza e igiene. Corso dell’operazione era stato eseguito anche un decreto di sequestro preventivo di € 45.000 quale profitto accertato dall’INPS a seguito del mancato versamento dei contributi previdenziali ed assicurativi per i lavoratori illecitamente impiegati.