Confcommercio sulla stretta agli orari di bar e ristoranti contenuta nel nuovo DPCM: “I fatturati sono già ridotti, con le nuove norme non ce la faremo”
Inconcepibile per Confcommercio la stretta data dal nuovo DPCM che riguarda bar, ristoranti e pasticcerie, con la ristorazione consentita fino alle 24 se con servizio al tavolo e fino alle 21 in assenza di servizio al tavolo. Il divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze dopo le 21, significa chiudere bottega appena iniziato il lavoro.
“Queste limitazioni sono prima di tutto inefficaci e in secondo luogo estremamente dannose per un settore che è già stato colpito pesantemente dal lockdown e dalle norme anti contagio” commentano da Confcommercio.
“Il settore, per sua natura, è già sottoposto a una normativa stringente in materia di igiene e sicurezza e chi è riuscito a restare a galla dopo il lockdown ha investito riorganizzando personale, processi, strutture. Il nuovo DPCM, invece di premiarlo, penalizza fortemente il settore somministrazione, compreso il comparto banchetti e feste. Il limite di 30 persone imposto al wedding e simili non tiene conto del contesto in cui si tiene il ricevimento: quanto sono grandi i locali? Si tratta di un rinfresco all’aperto o al chiuso?”.
Federico Pieragnoli, direttore provinciale Confcommercio sottolinea le incongruenze delle nuove misure. “Gli imprenditori fanno il possibile per rispettare le prescrizioni e sono sempre pronti a collaborare con le forze dell’ordine contro assembramenti e rischi, ma non possono continuare a pagare per competenze altrui. L’obbligo di distanziamento e mascherina sul suolo pubblico è sicuramente adeguato al periodo, ma non poteva certo essere imposta dai gestori delle attività, che non hanno strumenti e autorità per intervenire. Impedire ai locali di vendere quando le galline vanno a letto non è certo la strada”.
Il commento della Presidente Provinciale Confcommercio sul nuovo DPCM
Interviene anche la presidente provinciale Francesca Marcucci: “Stiamo attenti, perché chiudere banconi e attività è facile, ma così la notte può solo diventare più incontrollata e pericolosa, con una inarrestabile diffusione di abusivismo e degrado. I danni d’altro canto sono certi: è bastata la concomitanza di notizie sulla recrudescenza del contagio, l’attesa del nuovo DPCM e le prime temperature autunnali, a far scendere immediatamente i fatturati del settore del 25%. Più che restringere gli orari di apertura sarebbe stato sensato allargarli, in modo che le persone non si riversassero davanti ai locali contemporaneamente, attuando contestualmente una strategia capillare e attenta di controlli da parte delle forze dell’ordine”.
L’estate, con la concessione da parte delle amministrazioni di spazio pubblico gratuito all’esterno dei locali, ha dato una breve boccata di ossigeno a ristoranti e pubblici esercizi, che però sono lontani dal recuperare le perdite della primavera, e soprattutto scontano la quasi totale mancanza dei turisti internazionali.
La stretta sul settore turistico e ricreativo
Ma il nuovo DPCM colpisce anche altre imprese del settore quello turistico e ricreativo che non vedono la luce in fondo al tunnel.
“La sospensione totale dei viaggi d’istruzione e delle visite guidate finirà per portare al collasso un sistema economico. Secondo le nostre stime, in linea con l’indagine della Camera di Commercio (che arrivava a giugno), il 20% della filiera dell’accoglienza, della somministrazione e dei servizi al turista sta valutando la chiusura definitiva dell’attività.
La grande accortezza delle imprese dei servizi alla persona per quanto riguarda regole e normative, ha permesso la ripresa del lavoro di parrucchieri, estetisti ecc. ma si tratta di micro imprese con profitti bassissimi anche “in tempi di pace”, che hanno mantenuto i clienti ma hanno ridotto gli introiti mediamente del 30%.
Per i locali da ballo, poi, si tratta di una catastrofe annunciata, e i finanziamenti per il ristoro del comparto sono ad oggi, secondo Confcommercio, assolutamente inadeguati.
“Il settore dell’abbigliamento è al collasso, il settore servizi, che si stava riprendendo, verrà nuovamente colpito. Interventi contro il contagio sono necessari ma non si può sempre penalizzare le imprese senza dare sostegni economici reali” conclude Marcucci.