Comunicato stampa a firma UNIONE INQUILINI – SUNIA – SICET – UNIAT – ANIA
“Uno dei problemi irrisolvibili senza un intervento della Amministrazione Comunale, è l’impossibilità di ottenere un contratto di affitto in un alloggio privato da parte di molti lavoratori precari, perchè i proprietari di casa non ritengono affidabili inquilini senza redditi stabili dunque senza un parente con lavoro stabile e buona retribuzione che faccia da garante al contratto, i lavoratori a tempo determinato sono destinati, ove non abbiano accesso alle case popolari (famiglie con un ISEE superiore a 16.500 euro, con punteggio insufficiente) sono destinati a non avere una casa, pur avendo la possibilità di pagare 400/500 euro di canone.
Lo stesso destino investe gli assegnatari pensionati in superamento reddito, costretti a trovare una locazione privata, ma i proprietari non sono disponibile per timore di una modifica del nucleo familiare.
Occorre che una commissione con la presenza dei Sindacati per affrontare il problema della decadenza.
Questo è colpa dei tanti governi che mai si sono occupati del problema casa, hanno consentito alla proprietà immobiliare di affittare il proprio bene a costi indecenti , molto superiori a una equa rendita della proprietà, optando per la cedola secca al 21%, quando un lavoratore paga il 27%.
Dopo aver reso precaria la vita delle giovani generazioni, il Job Act ha negato loro il diritto all’accesso a un alloggio privato, senza peraltro investire in nuovi piani decennali per aumentare considerevolmente il patrimonio ERP ( in Italia il 5% contro una media europea del 18% )
Chiediamo da tempo un tavolo in prefettura con Sindaco e Prefetto affinchè instaurino un dialogo con le grandi proprietà immobiliari pubbliche e private e le associazioni della proprietà immobiliare, per chiedere di affittare a canone concordato gli alloggi sfitti, per far fronte a una stagione che si preannuncia particolarmente difficile, alloggi da utilizzare in parte come alloggi di emergenza abitativa, e in parte per affittare a famiglie di lavoratori precari e a pensionati a volte ultra 70enni con reddito adeguato.
Occorre che il Comune e Casalp ripristino l’Agenzia Casa evitando gli errori degli anni passati, in modo che il Comune possa fare da garante con modalità da concordare .
Il sindaco deve garantire inoltre l’attuazione degli accordi del protocollo d’intesa, che danno 6 mesi di tempo all’amministrazione per il passaggio da casa a casa, pagando l’indennizzo con i fondi della L.N. 124/2013 (in caso straordinario, fino a un anno).
Da parte del Sindaco chiediamo un impegno a inserire nel Regolamento Urbanistico un Piano di nuova ERP senza consumo di suolo, e che tutti i progetti finanziati col PNRR siano finalizzati anche ad aumentare il patrimonio pubblico di edilizia popolare, (sul modello di Milano ai tempi di Pisapia nel Piano Regolatore, chiediamo siano elencati tutti gli edifici dismessi o inutilizzati da almeno 5 anni e oltre pubblici e privati, per destinarli a uso sociale).
Riteniamo altrettanto importante che il Comune solleciti la Regione e l’ANCI toscano, perché si rivolgano al governo per chiedere quantomeno che si tolga ogni agevolazione fiscale alla proprietà che opta per il libero affitto e che ci sia da parte del Governo un impegno per un piano di investimento di nuova ERP .
I giovani lavoratori sono stati pesantemente penalizzati dalle politiche liberiste, e non possono essere lasciati soli ad affrontare anche il problema dei contratti negati per una condizione di lavoro decisa per legge dal governo (Renzi) e mai modificata dai governi successivi”