Ieri, 10 marzo, la Polizia di Stato ha dato esecuzione alla misura cautelare di allontanamento dalla casa e divieto di avvicinamento nei confronti di un uomo che maltrattava la moglie
Nuovo caso di violenza domestica a Livorno. L’indagine ha avuto origine circa 10 giorni fa, quando il personale di Polizia presso l’ospedale di Livorno ha segnalato la presenza di una donna con fratture costali multiple ed ecchimosi in varie parti del corpo, alcune delle quali risalenti. Il Personale della Squadra Mobile ha immediatamente avviato le indagini ascoltando la vittima, la quale ha delineato un grave quadro di maltrattamenti fisici e psicologici posti in essere dal marito.
Dal 2017, il coniuge l’avrebbe fatta oggetto di continue vessazioni e violenze, sia fisiche che psicologiche, tanto da farla ricorrere, in più occasioni, alle cure del pronto soccorso. Tuttavia, in tali circostanze, la donna aveva riferito ai sanitari come cause delle lesioni generici incidenti domestici, mentre altre volte, colpita con pugni al volto, aveva preferito non ricorrere alle cure dei sanitari, ai quali non avrebbe saputo giustificare i segni della violenza.
Le reazioni d’ira da parte del marito, spesso sotto l’effetto di sostanze alcoliche, erano molteplici e ingiustificate; pretendeva di controllare continuamente la donna verificandone gli spostamenti e le frequentazioni, costringendola a stare in casa ed esigendo di poter controllare il suo telefono in qualsiasi momento.
L’uomo, privo di occupazione, impediva alla moglie di lavorare sottraendole con la forza i pochi soldi che la madre le inviava per poter assicurare un minimo di sostentamento ai due figli minori. Il denaro così ottenuto veniva utilizzato per acquistare alcool o per giocare alle slot-machine.
La donna, stanca delle violenze subite, ha deciso di sporgere denuncia nei suoi confronti del marito e, a esito delle conseguenti indagini, il GIP del Tribunale di Livorno Dott. Sacquegna, su richiesta del P.M. Dott. Volpe, disponeva l’allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e dai figli minori.
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