Negli ultimi mesi le Fiamme Gialle del Gruppo di Livorno, sulla base delle direttive del Comando Provinciale labronico, hanno avviato una articolata campagna operativa anticontraffazione che, nel complesso, ha portato al sequestro di un ingente quantitativo di merce contraffatta, denunciando 18 soggetti ritenuti, allo stato, responsabili dei reati di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni fasi (art. 474 c.p.) e ricettazione (art. 648 c.p.).
L’attività di servizio trae origine dall’ attività d’intelligence ed esecuzione di svariati sopralluoghi, appostamenti e controlli, su strada e anche in centri di smistamento posta e corrieri espressi. Durante tali attività le Fiamme Gialle hanno notato taluni pacchi “sospetti” per forma, mittente e destinatario. In particolare, su alcuni degli stessi era spesso riportato il medesimo nominativo, ovvero risultavano chiari nomi di fantasia (es. Garibaldi, Lady G, ecc.).
I successivi approfondimenti investigativi, esperiti tramite l’ausilio delle banche dati in uso al Corpo, nonché il monitoraggio di talune piattaforme di vendita on-line, hanno permesso di identificare i reali destinatari della merce illecita e di ricostruire l’intera filiera del falso (produzione e distribuzione), procedendo, così, all’effettuazione di diverse perquisizioni in Livorno e provincia.
Le operazioni di polizia giudiziaria esperite hanno portato al complessivo rinvenimento e conseguente sequestro di circa 6.000 articoli per abbigliamento riportanti, tra gli altri, i marchi di “DIOR”, “LOUISS VUITTON”, “GUCCI”, “YVES SAINT LAURENT”, “McQUEEN”, “CHANEL”.
Tra i vari articoli irregolari anche qualche orologio falso della Rolex, con tanto di scatola artefatta. Peraltro, l’ottima fattura e realizzazione dei falsi prodotti li avrebbe resi difficilmente distinguibili dagli originali, con un ipotizzabile complessivo ricavo “alla minuta vendita” di oltre 3 milioni di euro.
È verosimile oltretutto che buona parte della merce contraffatta – proprio in virtù all’elevata qualità delle illecite lavorazioni – non fosse verosimilmente destinata alla sola classica rivendita massiva (mercati o spiagge), bensì a “soggetti bene” disposti a pagare un prezzo che, inferiore rispetto a quello originale, permettesse di sfoggiare un articolo visivamente uguale a quello originale.
Le perizie eseguite sui campioni di prodotti contraffatti hanno confermato la natura contraffatta degli articoli sequestrati.